Per fare trading occorre accedere ad una piattaforma di contrattazione, selezionare l’asset sul
quale si desidera negoziare ed infine effettuare un ordine al rialzo o al ribasso, a seconda delle
proprie previsioni.
Ad esempio, se si pensa che un titolo azionario salirà di valore, occorrerà aprire una posizione al
rialzo su quel titolo. Se invece si pensa che un titolo scenderà si valore, occorrerà aprire una
posizione al ribasso su quel titolo.
Nel trading online con CFD occorre cliccare su “Acquista” o per aprire una posizione rialzista, e
“Vendi” per aprire una posizione ribassista.
Nota bene: per chiudere la posizione e quindi terminare l’operazione, occorrerà cliccare su “Chiudi”
relativamente alla posizione aperta. Evita quindi di aprire una posizione opposta a quella già
aperta, poiché così facendo aprirai semplicemente una ulteriore posizione.
Con il trading on line si può negoziare su svariate tipologie di asset tra cui azioni, coppie di
valute, criptovalute, futures di materie prime, fondi d’investimento, indici di borsa e altro
ancora.
Su questi asset si può investire acquistando l’asset sottostante (es. acquistare un’azione) oppure
negoziando CFD che replicano il loro prezzo. Con i CFD non si acquista l’asset bensì si negozia sul
suo valore, con la possibilità di negoziare al rialzo e al ribasso con capitali più piccoli, per
effetto della leva finanziaria.
Generalmente i broker online sono broker CFD, cioè consentono di negoziare solo CFD. Alcuni broker,
come eToro, consentono sia di acquistare azioni che negoziare CFD al rialzo e ribasso.
Con il trading online ciascuno può investire quanto desidera. Se si fa trading online con i CFD, si
possono investire capitali ancora più piccoli, per via dell’effetto della leva, che amplifica il
potenziale del proprio capitale.
Si può partire anche da poche decine di euro. Ad esempio, si può aprire una posizione sul cambio
Euro Dollaro con poco più di 30 euro, oppure fare trading su azioni italiane e internazionali, così
come Amazon, Apple, Microsoft, Google (Alphabet), Ferrari, Juventus e altre migliaia, con una sola
piattaforma.
Per fare trading online occorrono principalmente tre cose:
Partiamo dal primo punto, la connessione ad internet. Per fare trading è meglio accedere ad internet con una propria connessione, sia per proteggere i propri dati, sia per avere una certa stabilità, importante in determinati momenti. Quindi, l’ideale sarebbe avere una propria connessione. Wifi o mobile non fa molta differenza: l’importante è che quando devi fare le operazioni più importanti vi sia stabilità, al fine di approfittare dei momenti potenzialmente più proficui e gestire bene i momenti in cui dovrai difenderti.
Passiamo alla piattaforma di trading. Per accedere alla piattaforma occorre necessariamente aprire un conto con un broker online. Puoi scegliere ad esempio un broker dalla tabella qui sotto. Sono tutti regolamentati e famosi, da noi testati e recensiti.
Il terzo punto comprende il conto demo e un capitale iniziale. Precisiamo subito che con i broker nella tabella qui sopra non è necessario depositare, per poter aprire un conto. Puoi registrarti e iniziare a praticare con un conto demo per prendere confidenza con la piattaforma e imparare a fare trading con i nostri corsi (es. corso CFD, corso Forex o le informazioni contenute in questa pagina). Se deciderai di continuare, potrai effettuare il deposito e iniziare a operare con denaro reale. Il consiglio è quello di praticare fin quando non si comprendono bene tutte le funzionalità della piattaforma e le voci presenti sulla stessa.
Focalizziamoci su questo punto perché è molto importante. Se desideri imparare per davvero ti serve
necessariamente una demo di trading perché per capire come funziona il trading devi vederlo nella
pratica.
Per accedere ad una piattaforma di trading online di tua preferenza e partire con una demo, segui
questo procedimento:
Non preoccuparti: non devi pagare nulla, non devi depositare nulla, non devi scaricare niente. Con
il link che ti ho fornito puoi iscriverti gratuitamente e accedere alla piattaforma di trading che
usiamo in questa guida per i nostri esempi.
Accedendo alla demo di trading online, potrai ripetere tutto ciò che faccio, aumentando così il
potenziale d’apprendimento e la velocità dello stesso.
Quindi, accedi alla demo e dopo continua a leggere questa guida: vedrai i tuoi miglioramenti minuto
dopo minuto.
Una piattaforma demo di trading online è del tutto identica a quella che si utilizza per operare in modalità reale, ma con alcune differenze sostanziali:
Ciò che invece non cambia sono tutti i dati in tempo reale, perciò con una piattaforma demo trading
si possono scoprire gli effetti che le proprie operazioni avrebbero anche nella modalità reale.
Non tutti i broker consentono di utilizzare una demo senza richiedere dei depositi preventivi. Ciò
dipende dal fatto che alcuni broker desiderano far provare le proprie piattaforme soltanto ai
clienti davvero interessati, mentre altri offrono tale possibilità a tutti, anche a chi desidera
semplicemente valutare una piattaforma e nel caso non fosse interessato, abbandonarla.
Ogni CFD replica l’andamento di un asset finanziario, perciò ad esempio il CFD Amazon replica l’andamento del titolo Amazon in borsa. Allo stesso modo, il CFD EUR/USD replica l’andamento del tasso di cambio tra euro e dollaro. Ancora, il CFD Bitcoin replica il prezzo del Bitcoin e così via. Una volta che si acquista un CFD su un titolo azionario ecco cosa accade: Se il titolo sale, guadagnano coloro che aperto una posizione “Compra”; Se il titolo scende, guadagnano coloro che hanno aperto una posizione “Vendi”. L’unica differenza dal prezzo di mercato è data dallo spread, ovvero una quota che il broker aggiunge come proprio compenso e che viene applicato all’apertura della posizione. Ne parliamo meglio nella lezione sullo spread dei CFD. Nel trading con CFD, quindi, si possono aprire posizioni “Acquista” (rialziste) così come posizioni “Vendi” (ribassiste). Quando si clicca su “Acquista”, si apre una posizione rialzista. Il trader acquista contratti di tipo Long, che per l’appunto gli consentono di ottenere delle plusvalenze proporzionali ai rialzi. Quando si clicca su “Vendi”, si apre una posizione ribassista. Il trader acquista contratti di tipo Short, che gli consentono di ottenere delle plusvalenze proporzionali ai ribassi.
Per fare trading con i CFD occorre accedere ad una piattaforma di trading CFD.
Una piattaforma presenta:
Il grafico dei prezzi in tempo reale;
Funzioni per aprire posizioni “Acquista” e “Vendi”;
La lista dei titoli negoziabili;
La finestra dell’ordine, in cui piazzare l’ordine completo di stop loss, take profit e altre
funzioni di trading automatico;
Tante altre funzioni di cui parliamo nella nostra guida ai CFD, di cui questa che stai leggendo è
solo la prima lezione.
Una piattaforma di trading CFD consente di effettuare diversi tipi di ordine al broker: apertura e
chiusura di posizioni di acquisto o vendita, stop loss, take profit, stop operativo, pre-ordine e
ordini pendenti (sell limit, buy limit, buy stop, sell stop). Li vedremo meglio nelle prossime
lezioni.
Il trading coi CFD presenta numerosi vantaggi, che potremmo sintetizzare in economicità (rispetto
all’investimento tradizionale), praticità, comodità, velocità.
Con i CFD si ha infatti l’opportunità di negoziare online dal proprio computer, smartphone o tablet,
con burocrazia praticamente azzerata. Perciò con i CFD non si è sepolti dalle pratiche burocratiche
di cui necessita un investimento tradizionale.
Ad esempio, non si devono detenere titoli cartacei, depositati in banca e negoziabili soltanto
dietro consultazione e richieste. I CFD si possono negoziare con un clic e le posizioni aperte si
possono chiudere anche dopo pochi minuti. Potrete così approfittare anche di rialzi della durata di
pochi minuti, per poi chiudere la posizione e andare a profitto.
Un altro grande vantaggio è che con il trading di CFD si può fare profitto anche dalle quotazioni in
ribasso. Per fare ciò, non occorre acquistare per poi rivendere, ma semplicemente aprire posizioni
di tipo short o “vendita”.
Ulteriori vantaggi sono maggiormente apprezzabili facendo un diretto confronto tra CFD e Azioni, che
esponiamo qui di seguito.
Abbiamo finora visto come si può fare trading, quali sono i suoi vantaggi e quali sono le migliori
piattaforme per negoziare, ma come funziona tecnicamente la negoziazione di questo strumento?
Il trading CFD avviene tra i singoli investitori e le società che offrono tale servizio, ovvero le
società di intermediazione o broker.
Non essendoci dei contratti standard per i CFD, ogni società può determinarne i propri, pur
attenendosi ad alcuni punti comuni quali:
Il contratto per differenza ha inizio quando l’utente (l’investitore) apre una posizione al rialzo o
al ribasso su un determinato strumento ed ha fine quando chiude la posizione sullo stesso
Il guadagno o la perdita dell’investitore sarà proporzionale alla variazione di prezzo intervenuta
tra l’apertura e la chiusura della posizione
Come compenso per il proprio servizio, il broker applica solitamente uno spread ovvero un
differenziale tra il prezzo di acquisto e vendita all’apertura. Può inoltre aggiungere commissioni
per servizi extra, overnight (tassa di servizio finanziario notturno) e in taluni rari casi anche
una parcella manageriale nel caso in cui offra la gestione del portafoglio
Avvenuta la chiusura giornaliera del mercato, una posizione viene reinvestita e portata al giorno
seguente
I CFD sono prodotti “di marginazione” e ciò vuol dire che il trader ovvero l’utente investitore,
deve sempre mantenere il livello di margine minimo. Nel caso in cui la somma di denaro depositata
sulla piattaforma CFD scenda ad un livello inferiore a quello del margine minimo, il broker
effettuerà una margin call (chiamata a margine) in cui si chiederà al trader di coprire velocemente
tali margini, che in caso contrario porteranno alla chiusura delle posizioni da parte del broker, al
fine di tutelarsi.
Un aspetto molto importante da comprendere per quanto riguarda i CFD è quello del margine. Abbiamo
già accennato alla leva finanziaria e alla “marginazione”. Qui di seguito forniamo un esempio in
modo tale che si possa comprendere il suo funzionamento nel miglior modo possibile.
Innanzitutto, distinguiamo i due tipi di margine presenti nel trading CFD:
Margine Iniziale: Si tratta dell’importo che l’utente andrà effettivamente ad investire per la
negoziazione, ed è dato dalla seguente margine iniziale. Esso si calcola effettuando il rapporto tra
capitale nominale e leva finanziaria (es. se il capitale nominale di 3.000$ e leva 1:30, il margine
iniziale sarà pari a 100$)
Margine di Mantenimento: Si tratta del margine che viene richiesto per tenere la posizione aperta e
che viene restituito quando la posizione viene chiusa.
Facciamo un esempio. Apriamo una posizione su 1.000€ della coppia EUR/USD, con leva pari a 1:30. Il
margine iniziale sarà pari a (1.000€/30) cioè 33,33€. Di questi, se il margine di mantenimento è del
50%, 16,76€ saranno congelati.
Essi saranno restituiti quando l’operazione verrà chiusa. Il margine di mantenimento è importante
poiché la equity (una sorta di capitale netto di cui parleremo nel corso) deve restare sempre
abbastanza distante da esso, per non imbattersi nella margin call, ovvero un avviso che avverte
l’utente che le perdite hanno raggiunto livelli d’allerta.
A proposito dei margini, va detto che:
Una volta aperta la posizione le variazioni di prezzo delle azioni interverranno sul capitale
disponibile
Quando si deciderà di chiudere la posizione, si riceveranno indietro gli importi dei margini, al
netto dei profitti e delle perdite.
Investimento richiesto: considerazioni
La questione dei costi si può includere tra i vantaggi poiché come abbiamo visto in dettaglio, il
trading con i CFD richiede somme molto inferiori rispetto all’investimento tradizionale.
Anche per quanto riguarda lo spread, ovvero ciò che spetta al broker per il suo servizio, si tratta
di percentuali molto ridotte e molto più esigue delle commissioni chieste dalla maggior parte delle
banche.
I broker online di CFD infatti anziché guadagnare dalle commissioni, traggono profitto dall’apertura
delle posizioni tramite l’applicazione dello spread, perciò più posizioni si aprono, più il broker
guadagna.
Con il trading di CFD quindi non vi è conflitto d’interesse poiché il broker non trae profitto dalla
perdita del trader, bensì dalla quantità delle sue operazioni, ciascuna delle quali consente al
broker di trattenere una piccola percentuale che dipenderà dal tipo di strumento negoziato.
Solitamente, il Forex offre gli spread più bassi, che possono essere anche di soli 2 pip, come nel
caso della piattaforme etoro
Possesso dei titoli
A differenza di quanto accade con le azioni, per fare trading con i CFD non c’è il possesso dei
titoli, perciò non vi sono neanche le molteplici pratiche burocratiche e i costi che caratterizzano
un tradizionale investimento azionario, come ad esempio le imposte di bollo o i costi relativi alla
gestione.
Sebbene i CFD non siano titoli di cui si entra materialmente in possesso, è possibile negoziarli in
modo pratico e veloce esclusivamente per scopi di lucro nel breve termine.
Ciò nonostante, la maggior parte dei CFD non hanno scadenza, quindi si è liberi di tenere aperta la
propria posizione per quanto si desidera, andando tuttavia incontro ai costi di overnight che vanno
rimborsati al broker in cambio del mantenimento della posizione durante la notte (nel weekend vanno
calcolate 3 notti).
Risultati in breve tempo
Importante è infatti evidenziare che i CFD sono strumenti pensati per ottenere risultati in breve
tempo, comprando in un mercato al rialzo o al ribasso, al fine di trarre profitto dalle variazioni
al rialzo o al ribasso di un titolo. A differenza delle azioni, le posizioni sui CFD si possono
chiudere anche dopo pochi minuti, con un semplice clic del mouse.
Leva finanziaria
Un’altra grande differenza tra i CFD e le azioni sta nella leva finanziaria. I CFD sono strumenti
soggetti a leva, perciò per ogni singola operazione, l’utente non si esporrà per l’ammontare
complessivo del valore delle azioni negoziate, ma soltanto per una percentuale minore.
Infine, va evidenziato che i CFD consentono di avere accesso ad una vasta gamma di azioni, cosa che
non è possibile fare tramite una normale banca. È possibile crearsi un portafoglio di CFD azionari
scegliendo i componenti tra migliaia di azioni in tutto il mondo, quotate su tutti i mercati
azionari più importanti. Non solo azioni italiane, dunque, ma anche numerosissime azioni europee,
asiatiche e americane.
Ad esempio, una leva di 1:20 consente di negoziare su azioni per un valore di 1000 euro con soli 50
euro.
I tassi di margine e la leva possono variare a seconda del broker e della tipologia di strumento
finanziario utilizzati.
Ne riparleremo più avanti nella lezione sulla leva finanziaria dei CFD.
I CFD sul Forex consentono di operare sul mercato valutario, quindi aprire posizioni al rialzo o al
ribasso su coppie valutarie come Euro Dollaro, USD/JPY, EUR/GBP e tantissime altre.
I vantaggi del trading sul Forex con i CFD comprendono l’alta leva offerta dai broker (circa 1:30) e
dagli spread, più vantaggiosi rispetto agli altri strumenti finanziari.
Un consiglio: minore è lo spread, ovvero la differenza tra prezzo di acquisto e di vendita del CFD,
più conveniente è aprire una posizione su uno strumento finanziario.
A proposito del trading di CFD sul Forex va anche evidenziato che la famosa piattaforma di trading
professionale MetaTrader 4 è ottimale per questo tipo di strumento finanziario, anche se più
difficile da usare rispetto ad altre (es. Trade.com).
Le criptovalute sono una new entry del mercato finanziario. Esse hanno avuto il boom negli ultimi
anni e soprattutto con il Bitcoin.
Con i CFD, ormai avrete ben capito che si può negoziare sia al rialzo che al ribasso, perciò si può
operare sia in previsione dei rialzi del BTC, sia in ottica di previsione di ribassi del BTC.
Essendo le variazioni dei prezzi delle criptovalute molto ampi, ciò offre ampi margini di profitto.
Tuttavia, c’è da fare i conti con un difetto: lo spread per le criptovalute è solitamente molto alto
e la leva finanziaria è molto bassa. In pratica, occorrono capitali molto più alti rispetto agli
altri strumenti finanziari e soprattutto rispetto al trading sul Forex.
I CFD sulle materie prime consentono invece di fare trading su petrolio, oro, argento, rame, gas
naturale ed altre tipologie, come quelle alimentari (soia, caffè, zucchero, cotone ecc.).
Anche per le materie prime le leve finanziarie proposte dai broker sono solitamente molto alte.
Essendo le quotazioni di alcune materie prime molto volatili, prima della negoziazione con fondi
reali consigliamo uno studio preventivo della materia prima che si desidera negoziare.
I CFD sugli ETF hanno come sottostante dei fondi di tipo Exchange Traded Fund.
Questi sono dei particolari fondi le cui quote vengono scambiati come le azioni e sono
contraddistinti da alta liquidità e bassi costi gestionali.
I CFD consentono di scambiarli al rialzo e al ribasso in modo semplice e con una buona varietà di
fondi.
I CFD su indici solitamente fanno riferimento ai principali indici di borsa dei mercati azionari,
come il Dow Jones, il FTSE MIB di Piazza Affari, o la Borsa di Francoforte, ma anche ad indici di
tipo Mid Cap, ovvero che racchiudono i titoli azionari di media capitalizzazione.
I broker consentono allo stesso modo di fare trading su indici di altro genere, come ad esempio
l’indice VIX, ovvero l’indice della volatilità, ed altri ancora.
I CFD sulle opzioni sono una novità che consente di aprire posizioni sui Call e Put relativi a
opzioni su indici e di altro genere.
Sono uno strumento finanziario relativamente nuovo e consigliato per chi inizia la propria attività
di trading.
Come tutti gli strumenti hanno vantaggi e svantaggi, abbiamo realizzato un corso sulle opzioni
binarie per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento.
Per fare trading con i CFD occorre un software che consente di accedere al mercato e piazzare gli
ordini al rialzo e al ribasso. Questi software sono comunemente chiamate piattaforme trading CFD e
sono solitamente offerte gratuitamente dai broker a cui ci si iscrive.
Va specificato che il trading con CFD è attuabile sia con software scaricabili, sia con app
dedicate, sia anche con l’accesso tramite browser. I sistemi compatibili dipendono dal software
offerto dal broker, perciò qui di seguito andremo a specificare quali sono i sistemi operativi
compatibili con le varie piattaforme menzionate.
Chi non ha molta esperienza e preferisce una piattaforma semplice da usare potrà trovare decisamente
soddisfacenti alcuni software molto intuitivi, le cui funzionalità sono facilmente applicabili da
tutti gli utenti.
Chi invece ha maturato già esperienza con l’analisi tecnica applicata al trading, potrà trovare
molto soddisfacente l’utilizzo di piattaforme più professionali, tra le quali la più celebre e
utilizzata è la MetaTrader 4, di cui abbiamo pubblicato un corso introduttivo che spiega in
dettaglio tutte le funzionalità offerte da questo software, oltre alle modalità per provarlo
gratuitamente in modalità demo.
In questa lezione del corso sui CFD punteremo i riflettori sui dettagli dei CFD. Prima di fare
trading, infatti, è sempre meglio capire bene su cosa si sta negoziando effettivamente. Nella
precedente lezione abbiamo visto cosa sono i CFD in generale, mentre ora andiamo a scoprire tutte le
loro peculiarità a livello operativo.
Per apprezzare al meglio questa lezione, consigliamo di accedere gratuitamente da qui alla
piattaforma di trading che utilizziamo per gli screenshot e per gli esempi pratici.
Dettagli del CFD, come visualizzarli
Prima di fare trading è bene sapere su cosa si negozia. Nell’immagine qui sotto, vediamo ad esempio
le informazioni riguardanti il CFD su azioni Amazon fornito da eToro.
I dettagli CFD, spiegati uno ad uno
Nella figura precedente abbiamo visto che le informazioni sul CFD possono includere diverse voci tra
cui nome dell’asset sottostante, ovvero:
Nome dell’asset;
Spread;
Valore lotto o importo;
Leva;
Margine richiesto;
Commissioni overnight.
Qui di seguito andiamo a spiegarle in modo semplice ed esaustivo.
Nome dell’asset sottostante
Come abbiamo visto nella prima lezione, i CFD replicano l’andamento di un asset. Il loro prezzo,
quindi, segue l’andamento di un asset finanziario quotato in borsa.
L’asset che viene replicato dal CFD si chiama “sottostante” o “asset sottostante”. Ad esempio, per
il CFD Amazon l’asset sottostante è l’azione Amazon.
Spread
Tra le più importanti dettagli del CFD vi è sicuramente quella dello spread.
Leva (tra le più importanti informazioni del CFD)
La leva finanziaria è il rapporto tra il valore sul quale si negozia e l’investimento effettivamente
richiesto.
Il trading CFD è nato e diventato famoso proprio per questo: consente di negoziare investendo
capitali molto più piccoli di quelli richiesti nell’investimento tradizionale (a fronte di rischi
aggiuntivi).
Ciò vuol dire ad esempio che con una leva di 1:20 se si desidera investire su azioni Amazon per un
valore complessivo di 1.000€, anziché sborsare 1.000€ si investiranno solo 50€ (pari a 1.000€ / 20).
Come vedremo, il margine richiesto si divide in margine iniziale e margine di mantenimento.
Ad ogni modo, la leva finanziaria varia a seconda del CFD. Generalmente i CFD sul Forex presentano
la leva più alta (oltre che lo spread più basso!), mentre più basse sono le leve sulle azioni e
soprattutto le leve delle criptovalute.
Il margine richiesto è l’ammontare di denaro che il trader deve momentaneamente sottrarre al proprio
capitale disponibile, al fine di aprire la posizione.
Il margine richiesto si compone di due parti:
Margine iniziale: l’ammontare di denaro che effettivamente viene utilizzata per il trading CFD
Margine di mantenimento: una somma che il broker trattiene temporaneamente per prevenire casi di
perdita eccessiva e non monitorata, ovvero un margine per tenere aperta la posizione.
Quando si chiude la posizione, avviene questo:
Il margine di mantenimento viene restituito
Il margine iniziale viene restituito al netto dei profitti e delle perdite intervenute. Ciò vuol
dire che si possono ottenere profitti ma anche perdite. Le perdite possono arrivare anche a coprire
l’intero capitale depositato (per questo è sempre meglio impostare lo stop loss di cui parleremo
nelle prossime lezioni)
Nota: il margine richiesto può essere differente a seconda che si apra una posizione Long (Acquisto)
o Short (Vendi).
Commissioni overnight
Le commissioni overnight vengono applicate per mantenere la posizione aperta anche il giorno
successivo. Queste sono giornaliere, perciò nel weekend si contano 3 overnight (venerdì notte,
sabato notte, domenica notte).
Il costo delle commissioni overnight è basso, però alla lunga potrebbe farsi sentire leggermente. Ad
esempio, per una posizione su 500$ di azioni Amazon in acquisto, la commissione overnight applicata
da eToro è di 0,56$ al giorno. Per dieci giorni sarebbero 5,6$. Per 100 giorni sarebbe di 56$.
Perché fare trading CFD anziché investire in azioni tramite una banca? Ovviamente, la preferenza
deve basarsi sulle proprie esigenze, i propri obiettivi, i propri tempi e anche sul proprio budget.
Si si desidera investire a lungo termine, il modo tradizionale è sicuramente la scelta migliore,
mentre se si preferisce investire nel breve termine (o brevissimo), magari con piccoli capitali,
allora il trading CFD potrebbe essere la giusta scelta.
Per iniziare, consigliamo la stessa piattaforma che usiamo per gli esempi di questo corso.
L’iscrizione è gratuita e si può praticare con un conto demo senza depositare per valutare
personalmente la piattaforma e imparare a utilizzarla praticando.
Aspetti da considerare prima di fare trading CFD
Investimento a breve e brevissimo termine
Profitti e perdite in proporzione alle performance dei prezzi
News finanziarie ma non solo
Spread
Leva finanziaria
Ecco gli aspetti del trading con CFD che occorre considerare:
Si tratta di una pratica ottimale per il breve/brevissimo termine. Si possono chiudere posizioni
anche dopo pochi minuti. Ovviamente, si possono chiudere posizioni anche dopo ore, giorni,
settimane, mesi a seconda delle proprie preferenze;
Producono profitti o perdite in proporzione alle performance dell’asset sul quale si negozia. Si può
negoziare al rialzo e al ribasso su un asset quotato sul mercato finanziario;
E’ consigliato seguire le notizie che possono riguardare l’asset o gli asset su cui si negozia e che
potrebbero influenzarne il prezzo;
Va considerato il costo dello spread applicato dai broker. Si tratta di un costo alternativo alla
tradizionale commissione, che viene applicato all’apertura di una posizione. Questo viene detratto e
conteggiato nel conto profitti/perdite della singola operazione. Ne parliamo nella lezione sullo
spread.
Essendo strumenti con leva finanziaria, i CFD consentono di operare con capitali più piccoli
rispetto a quelli richiesti dall’investimento tradizionale.
Andiamo a sviluppare questi cinque punti in dettaglio.
Uno degli aspetti più affascinanti del trading online di CFD è che si possono ottenere alti profitti
in poco tempo, a seconda delle variazioni di prezzo avvenute dopo l’apertura di una posizione.
Ad esempio, se apriamo una posizione di acquisto sulle azioni Unicredit e queste ottengono una
variazione percentuale dell’1% in poche ore, nello stesso tempo il mio capitale sarà aumentato in
proporzione.
Così come sulle azioni Unicredit posso aprire posizioni su migliaia di titoli di tutto il mondo,
così come su coppie valutarie (ad esempio l’euro/dollaro), indici azionari (es. Dow Jones o FTSE
Mib), così come su materie prime (es. oro, petrolio, gas naturale ecc.).
La velocità dell’ottenimento di un risultato dunque è uno delle principali attrattive del trading
con CFD.
Tuttavia, questa velocità richiede anche più impegno, poiché occorre stare più attenti alle
posizioni aperte e alle operazioni in atto.
Se apriamo una posizione di long/short (ovvero al rialzo o ribasso) su un determinato titolo
particolarmente volatile, dovremo tener d’occhio la nostra operazione per poter chiuderla non appena
vi è una inversione che ci attendiamo.
Una funzione delle piattaforme di trading molto utile per questo proposito è quella dello Stop. La
funzione stop può essere di vari tipi ma le principali sono queste due:
Stop Loss: una funzione che consente di impostare una chiusura automatica a fronte del
raggiungimento di una determinata perdita
Stop Limit: una funzione che consente di impostare una chiusura automatica a fronte del
raggiungimento di un determinato profitto
Delle altre tipologie di stop parleremo più avanti nel corso.
Nel trading CFD si può negoziare al rialzo e al ribasso: ciò vuol dire che si può decidere di
investire sul prezzo di un asset oppure sul suo ribasso. Ad esempio, si può guadagnare prevedendo il
rialzo del prezzo delle azioni Amazon, oppure sul ribasso del bitcoin.
Con i CFD è possibile negoziare al rialzo e al ribasso su qualsiasi asset. Si ha totale libertà di
scelta in base alle proprie previsioni di mercato.
I risultati del proprio trading possono essere positivi o negativi. Infatti si possono ottenere:
Profitti: quando la previsione si rivela corretta, ovvero il prezzo dell’asset va nella direzione
prevista;
Perdite: quando la previsione si rivela sbagliata, ovvero quando il prezzo dell’asset va nella
direzione opposta a quella prevista.
In questo conto, ad ogni modo, bisogna aggiungerci anche dei costi quali lo spread (il costo più
importante applicato dai broker CFD) e i costi di overnight (comunque poco incisivi, se non nel
lungo termine).
Dello spread, oltre che nella lezione apposita, parleremo tra poco.
Nel trading di CFD, proprio per la velocità con cui si può (e si deve!) approfittare delle ghiotte
occasioni che capitano di ora in ora, occorre seguire con attenzione il mondo finanziario.
Siamo tutti d’accordo che seguire tutte le notizie finanziarie del mondo non sia possibile e sia
anche controproducente.
Per questo, vi diamo un gran consiglio: prendete in considerazione pochi asset per volta, a seconda
del periodo, magari tenendovi pochi di essi tra i veri “preferiti”. Per asset possiamo intendere
titoli azionari, indici di borsa, materie prime, criptovalute, coppie valutarie del Forex ecc.
Ad esempio, l’EUR/USD è un ottimo asset su cui negoziare e che offre ottimi spunti in base alle
tantissime news che arrivano ogni giorno. Un altro asset potrebbe essere l’oro o ancora il petrolio.
In alcuni periodi, negoziare sugli indici delle borse europee, americane e asiatiche è più semplice
di quanto si creda.
Avvantaggiarsi delle news finanziarie è una pratica che si può svolgere giornalmente. Per iniziare
occorrono solo tre cose:
Una piattaforma di negoziazione gratuita, fornita da un broker autorevole come eToro
Un portafoglio di siti per le informazioni aggiornate (es. Yahoo Finanza, Sole24ore, Bloomberg di
Repubblica ecc.)
Lo spread è la differenza tra il prezzo bid e ask di un CFD, ovvero tra il prezzo che compare alla
voce compra e quello che compare alla voce vendi.
Ricordiamo brevemente che quando si clicca su compra si apre una posizione al rialzo, mentre quando
si clicca su vendi si apre una posizione al ribasso.
Ebbene, proprio sulla differenza tra prezzo bid e ask il broker ottiene il suo compenso per i suoi
servizi. Quando si apre una posizione, lo spread viene detratto dal capitale disponibile e
conteggiato nel conto profitti/perdite della singola operazione (è per questo che la posizione
appare in perdita all’inizio).
Lo spread, va detto, è generalmente più basso delle commissioni tradizionali. Nel trading CFD, lo
spread più basso è quello applicato al trading sul Forex.
Lo spread è importante anche per confrontare più broker CFD. Infatti, se si fa trading su pochi
asset finanziari, è conveniente scoprire quali broker (regolamentati) applicano su quegli asset gli
spread più stretti.
La leva finanziaria è un meccanismo che consente ai trader di CFD di investire un capitale molto più
basso rispetto a quello che si dovrebbe utilizzare nell’investimento tradizionale.
Ad esempio, con una leva di 1:30, anziché investire 1.000€ (e quindi uscire 1.000€ dal portafoglio)
ne basterebbero solo 33€.
Di questo parleremo proprio nella prossima lezione.
La leva finanziaria dei CFD ti consente di fare trading utilizzando un capitale più piccolo
rispetto al capitale sul quale negozi. Ad esempio, puoi fare trading su 1.000€ di azioni con sole
200€ (leva 1:5), oppure sul Forex impiegando solo 33€ invece di 1.000€ (leva 1:30).
Si tratta di una caratteristica dei CFD, che ti offre la possibilità possibilità di negoziare sui
mercati finanziari anche con budget molto più piccoli rispetto a quelli richiesti nell’investimento
di tipo tradizionale (es. acquistando azioni in banca).
In questa lezione del corso sul trading CFD spieghiamo in dettaglio come funziona la leva
finanziaria. Per capirne meglio il funzionamento, è consigliabile vederla applicata direttamente
sulla piattaforma di trading, a cui si può accedere anche tramite un conto demo gratuito senza
deposito.
Come funziona la leva finanziaria?
Il margine, ovvero quanto investi effettivamente
Leva finanziaria sulle azioni
Leva finanziaria sul Forex
Leva criptovalute
Leva degli ETF
Leva finanziaria conti professionali
Nel trading con CFD, la leva finanziaria quindi funziona esattamente come la leva nella fisica, che
consente di sollevare (o premere ecc.) dei corpi con uno sforzo minore rispetto al peso o alla forza
richiesta senza la leva.
In questa figura, vediamo cosa succede con una leva finanziaria di 1:20.
Come si può vedere, se si vuole negoziare su 20 azioni dal valore totale di 1.000 euro, l’importo
richiesto per fare trading con CFD, grazie alla leva finanziaria sarà di soli 50 euro.
Quindi, con la leva il risultato è che si investe solo una piccola parte rispetto al capitale su cui
si negozia.
Questo concetto deve essere chiaro. Se ad esempio voglio negoziare su 1.000€ nel mercato Forex, con
una leva di 1:30 anziché investire 1.000€ potrò investire “solo” 33€.
Come si può ben capire, una cosa è investire 1.000€, un’altra è investire 33€. Per chi non dispone
di alti capitali, è decisamente più fattibile.
Il capitale che effettivamente viene richiesto per l’investimento viene chiamato margine. Ad
esempio, se si investe su un capitale di 1.000€ con una leva di 1:30, i 33 euro che effettivamente
vengono richiesti per l’investimento rappresentano il margine richiesto.
Di questo margine richiesto, una parte sarà congelata per la durata dell’apertura della posizione
come garanzia a tutela del broker (margine di mantenimento).
Infatti, il margine richiesto si compone di due parti:
Margine iniziale
Margine di mantenimento: una parte che viene congelata come garanzia per il broker
Vedremo più in dettaglio i margini nella lezione sui margini dei CFD.
Quello che abbiamo appena visto è un esempio di leva finanziaria sui mercati azionari. Le azioni
sono tra gli strumenti più apprezzati da chi fa trading con CFD, poiché i broker CFD generalmente
consentono di fare trading sui titoli azionari più importanti.
Comunque, ricordiamo che con i CFD si può negoziare su diversi strumenti finanziari tra cui coppie
di valute (Forex), criptovalute, materie prime, indici di borsa e altro ancora.
Alcuni broker come eToro, sulla propria piattaforma presentano migliaia di azioni su cui negoziare,
provenienti da tutti i mercati internazionali.
A seguito della normativa ESMA, nel 2021 per i conti base la leva finanziaria sulle azioni può
arrivare massimo a 1:5. Ciò significa che per investire su un capitale di 1.000€ di azioni,
occorrono 200€ di margine. Per i conti professionali, invece, la leva può essere impostata a valori
molto più alti.
Un altro mercato molto interessante per ciò che concerne la leva finanziaria è il Forex. Il Forex o
mercato valutario, infatti generalmente presenta la leva più alta rispetto agli altri mercati.
Con l’entrata in vigore dell’ESMA nel 2018, la leva finanziaria del Forex per i clienti base è di
1:30, che se paragonata al 1:2 del Bitcoin è decisamente molto più alta. Questa normativa vale
ancora oggi nel 2021, perciò vale ancora quanto appena detto.
Per i clienti con un conto professionista, invece, la leva finanziaria per il Forex è generalmente
molto più alta e mediamente i broker presentano una leva che va da 1:300 a 1:400.
Le criptovalute sono molto volatili e i broker sono molto restii ad offrire delle leve finanziarie.
Ad ogni modo, vi sono alcuni importanti broker, come Plus500, che offrono CFD sulle criptovalute con
una leva 1:2. Certo, è molto bassa, ma comunque è meglio di niente.
Generalmente, la leva è tanto più bassa quanto più alta è la volatilità di un asset. Ed è proprio
per questo motivo che troviamo la leva più alta nel Forex (valute tradizionali) e quella più bassa
con le criptovalute.
Anche gli ETF (Exchange Traded Funds) presentano una leva finanziaria, che generalmente è di 1:5, come per le azioni. Se ti interessano gli ETF, puoi consultare anche un video tutorial sugli ETF che abbiamo pubblicato nel 2021.
Per i conti professionali, ovvero per i trader con più esperienza, c’è la possibilità usare leve
molto più alte. Più alta è la leva, maggiore è il rischio (anche se è possibile negoziare con
capitali ancora più piccoli), poiché le variazioni di prezzo influenzano più velocemente il
capitale
disponibile.
Per aprire conti professionali occorre avere dei particolari requisiti, che potrete verificare
al
momento dell’apertura del conto e con l’aiuto del servizio clienti (occorre avere esperienza,
aver
investito effettivamente e costantemente, avere un portafoglio importante).
Il conto base è necessario e sufficiente per partire nel modo giusto, in modo tale da prendere
confidenza col mercato, fare esperienza e successivamente, se lo si desidera, aprire nel tempo
un
conto professionale.
In questa lezione del corso CFD andiamo a scoprire come funziona la piattaforma di trading CFD.
Brevemente, ricordiamo che la piattaforma CFD è il software messo a disposizione dal broker per
fare
trading con i CFD. Il broker offre sia i CFD che la piattaforma con cui negoziarli.
Se si desidera giocare in borsa da casa, fare trading sul Forex o negoziare su criptovalute,
infatti
occorre necessariamente aprire un conto online con il broker. Una volta che ci si è iscritti, si
può
accedere alla sua piattaforma di trading e quindi negoziare.
Ricordiamo che è possibile praticare con un conto demo, senza depositare. Se lo si desidera, si
può
passare al conto reale e continuare a mantenere anche il conto demo.
In alternativa, si può scegliere tra altre piattaforme di trading, altrettanto sicure e
regolamentate.
Cosa fare dopo l’accesso alla piattaforma
1. Strumenti Finanziari Disponibili
2. Finestra dell’ordine
3. Situazione del Conto
4. Grafico dello Strumento Finanziario selezionato
5. Informazioni sul CFD
Per accedere alla piattaforma di negoziazione CFD, basta seguire questi tre semplici passaggi:
Accedi a questa pagina ufficiale
Clicca su registrati e quindi prosegui fornendo i tuoi dati
Fai pratica di trading con la tua demo gratuita senza depositare
Ecco come si presenta la piattaforma di eToro al primo accesso.
Le performance del passato non sono indicative di quelle future.
E’ bene evidenziare che sebbene per il conto demo non occorra semplicemente iscriversi, per il
conto
reale invece è necessario inviare una copia di un proprio documento di riconoscimento. Questo
perché, per le leggi in vigore, occorre essere maggiorenni per poter operare sui mercati
finanziari
e per poter prelevare del denaro (norme anti-riciclaggio).
A questo punto, se avete seguito i passi precedenti, sarete all’interno della piattaforma di
trading. Scopriamo quindi come si usa da un punto di vista pratico.
Per prima cosa, consiglio di spulciare per bene ogni parte della piattaforma di trading al fine
di
conoscere ogni sua funzionalità.
Per farlo, seguite il nostro “percorso”. Iniziamo con l’individuare le parti essenziali:
Mercati o Preferiti (per cercare asset su cui negoziare)
Finestra dell’ordine (appare quando si clicca su un asset)
Situazione del conto (riquadro in basso)
Grafico in tempo reale
Ogni piattaforma di trading offre innanzitutto la possibilità di visualizzare tutti gli
strumenti
finanziari disponibili quali possono essere azioni, indici di borsa, coppie valutarie del Forex,
ETF
e materie prime. A queste negli ultimi anni si sono aggiunte anche le criptovalute ma anche
altri
strumenti.
Come puoi notare dall’immagine qui sotto, ogni categoria può presentare delle sottocategorie
(es.
cambi principali e secondari, dove i primari sono quelli più importanti).
Le performance del passato non sono indicative di quelle future.
La finestra dell’ordine ci consente di impostare l’ordine di trading. Dalla finestra dell’ordine
di
eToro ad esempio possiamo impostare:
Importo: il valore complessivo sul quale si desidera negoziare. Ad esempio, se si investe su
azioni
Amazon per un valore di 5.000$, questo è l’importo. Nota bene: l’investimento richiesto è minore
di
tale somma, per effetto della leva finanziaria.
Tipo di posizione (Acquista o Vendi): cliccando su Acquista si apre una posizione rialzista,
mentre
cliccando su Vendi si apre una posizione ribassista.
Stop Loss: da questa casella si può impostare il tetto massimo di perdita per l’operazione,
raggiunto il quale la posizione verrà chiusa automaticamente.
Take Profit: da questa casella si può impostare l’obiettivo di profitto per l’operazione,
raggiunto
il quale la posizione verrà chiusa automaticamente.
Ordine: in alto a destra si può notare “investi”. In quella casella, al posto di investi è
possibile
scegliere “ordine” nel caso in cui si preferisca aprire un ordine in modo differito, ad esempio
nel
caso in cui si verifichi una determinata condizione.
In questo riquadro teniamo sotto controllo quattro valori molto importanti quali:
Disponibile: è costituito dal saldo disponibile sul vostro conto
Totale Capitale investito: quanto del proprio capitale è attualmente investito
Prof (profitto se positivo, perdita se negativo): è il conto profitti/perdite complessivo di
tutte
le posizioni aperte in un dato momento
Patrimonio Virtuale (Equity): è dato dal vostro saldo disponibile sommato ai margini iniziali
impegnati nelle posizioni
Le performance del passato non sono indicative di quelle future.
Il grafico dei prezzi è fondamentale sia per avere un’idea sull’andamento del mercato, sia per
il
suo studio e la sua interpretazione.
Su una piattaforma di trading CFD il grafico può apparire nella schermata principale, oppure
essere
richiamato in qualche modo. Su eToro, per visualizzare il grafico occorre cliccare su “Grafico”
nella barra del menu dopo aver cliccato sul nome di un titolo.
Per quanto riguarda lo studio e l’interpretazione dei grafici, si possono applicare degli
indicatori
per l’analisi tecnica. Per farlo occorre ingrandire il grafico a schermo intero e quindi
cliccare
sull’icona con le tre candele in alto a destra.
Come si può notare, le voci che compongono i dettagli dell’asset sono numerose. Prima di
spiegarle
una ad una, vediamo come visualizzarle.
Le informazioni sui CFD sono sempre disponibili sulle piattaforme di trading, tuttavia la loro
collocazione è differente a seconda della piattaforma. Per visualizzarle sulla piattaforma eToro
occorre semplicemente scrivere il nome dell’asset nella casella di ricerca in alto.
Oppure, puoi seguire questa procedura:
Clicca su mercati (colonna sinistra
Scegli la categoria di asset che ti interessa
Scorri nella pagina per cercare il titolo del settore che maggiormente ti interessa.
Nota: su eToro si può negoziare, oltre che sulle azioni, anche su Forex, criptovalute, materie
prime
e indici di borsa.
Per la piattaforma Plus500, ad esempio, per visualizzare i dettagli dei CFD occorre cliccare
sulla
“i” situata sulla destra delle righe che riportano il nome degli asset negoziabili (vedi figura
sotto), oppure all’interno della finestra dell’ordine, dopo che si clicca su compra o vendi.
Lo spread nel trading CFD rappresenta la differenza tra prezzo Bid (Acquista) e prezzo Ask
(Vendi)
in un determinato istante. Per capirlo meglio, vediamo la figura qui sotto.Come si può vedere
abbiamo:
Prezzo ask (Vendi): 1897.72
Prezzo bid (Acquista): 1901.71
La differenza tra prezzo ask e bid, quindi, si chiama spread.
Lo spread è importante per vari motivi:
Il primo motivo è che più basso è lo spread, più è conveniente l’operazione. Infatti, lo spread
rappresenta il compenso del broker, che trattiene lo spread al momento dell’apertura della
posizione.
Il secondo motivo è che lo spread varia a seconda dell’asset e soprattutto della categoria di
asset.
Infatti, esso è più largo nei mercati con alta volatilità e generalmente sul Forex si possono
trovare gli spread più stretti. Invece, per le criptovalute si hanno spread molto larghi, per
via
dell’alta volatilità.
Per questo motivo, prima di aprire una posizione, occorre sempre considerare l’ammontare di
spread
che sarà sottratto dal proprio conto disponibile e considerato nel conto profitti/perdite
dell’operazione (è per questo motivo che le operazioni partono sempre in perdita).
Valore lotto o Importo
Nella finestra dell’ordine si può selezionare il volume di contratti da negoziare. Questo può
essere
espresso con un importo (vedi figura in basso) oppure in unità (numero dei titoli).
Altre piattaforme di trading possono presentare una matita, oppure il tasto f(x)
.
Delle informazioni sui CFD abbiamo parlato in una precedente lezione dedicata ai dettagli dei
CFD,
dove abbiamo visto come visualizzarli sulla piattaforma di trading.
Sulla piattaforma di trading eToro, ad esempio, i dettagli del CFD (commissioni, leva ecc.) sono
visibili nella finestra dell’ordine. Perciò, per visualizzarli occorre cliccare su un asset
specifico e leggerli nella finestra dell’ordine relativa.
Si tratta di un elemento importante, poiché consente di capire su cosa si sta negoziando
esattamente.
eToro è una piattaforma multi-asset che offre sia l’investimento in azioni e criptoasset, sia il
trading con i CFD.
Si prega di notare che i CFD sono strumenti complessi e presentano un elevato rischio di perdere
rapidamente denaro a causa della leva finanziaria. L'81% dei conti degli investitori al
dettaglio
perde denaro quando si scambiano CFD con questo fornitore. Dovreste considerare se capite come
funzionano i CFD e se potete permettervi di correre l’alto rischio di perdere il vostro denaro.
Le prestazioni passate non sono un’indicazione di risultati futuri.
I criptoasset sono strumenti volatili che possono fluttuare ampiamente in un arco di tempo molto
breve e quindi non sono adatti a tutti gli investitori. A parte i CFD, il trading di criptoasset
non
è regolamentato e quindi non è supervisionato da alcun quadro normativo dell’UE.
Il margine iniziale e il margine di mantenimento sommati tra di loro rappresentano il margine
iniziale, ovvero la somma si va ad investire effettivamente nel trading con CFD. Nella lezione
parleremo anche della "Call del margine" (o chiamata a margine) a cui arriveremo dopo aver
spiegato
i margini.
Per meglio comprendere il contenuto di questa lezione del corso sui CFD vi consigliamo di
accedere
alla piattaforma di trading in modo da vedere personalmente ciò di cui parleremo. Potete farlo
accedendo qui gratuitamente alla piattaforma di trading.
Margine Richiesto
Margine Iniziale
Margine di Mantenimento
Call del Margine, novità per il 2021
Esempio di Margin Call
Come si trovano i margini sulle piattaforme di trading?
Margine CFD FAQ
Il margine richiesto, nel trading di CFD, è l’ammontare del capitale che viene effettivamente
richiesto al trader per aprire una posizione.
Ad esempio, se la leva è di 1:30 e si desidera negoziare su un valore di 1.000€, il margine
richiesto sarà pari a 33,33€.
Ma come si arriva da 1.000€ a 33,33€?
Il margine richiesto si calcola con questa formula:
capitale nominale (valore sul quale si negozia) / leva finanziaria
Quindi, usando i numeri, se il capitale nominale è di 1.000€ e la leva pari a 1:30, la formula
diventerà così:
1.000€/30 = 33,33€
Queste cifre non le abbiamo prese a caso perché si tratta dell’investimento minimo per il
trading
sul cambio euro/dollaro, la coppia valutaria più scambiata nel Forex trading.
Ora, una nota molto importante: il margine richiesto si compone di due parti. Il margine
iniziale e
il margine di mantenimento, che andiamo a spiegare qui di seguito in dettaglio. Generalmente, il
margine richiesto si scompone in una metà perfetta: 50% margine iniziale e 50% margine di
mantenimento.
Tieni sempre bene a mente che il margine è richiesto solo nel trading con CFD. Quando andrai a
negoziare su azioni reali, non ci sarà margine, perciò investirai il valore effettivo delle
azioni
(senza leva) al quale dovrai aggiungere il costo delle commissioni, qualora ci siano (con eToro
ad
esempio non vi sono commissioni per l’acquisto di azioni).
Il margine iniziale è la parte di margine sul quale hanno effetto le variazioni delle quotazioni
e
sul quale si producono anche profitti e perdite.
Per alcuni broker il margine iniziale è pari alla metà del margine richiesto. Quindi, ad
esempio, se
il margine richiesto è di 50€, questa quota comprenderà 25€ di margine iniziale. L’altra metà
viene
congelata come margine di mantenimento, di cui parliamo qui di seguito.
A differenza del margine iniziale, il margine di mantenimento serve a mantenere una posizione
aperta
per la giornata di contrattazione successiva. In settimana, va contata una quota di margine,
mentre
nel weekend vanno contate tre quote (mantenimento al sabato, alla domenica e al lunedì).
Il margine di mantenimento è importante poiché per tenere aperta una posizione è necessario
assicurarsi che l’equity (ovvero il capitale netto) sia superiore di una determinata percentuale
al
livello del margine di mantenimento.
I requisiti di livello del margine di mantenimento sono diversi e specifici per ciascuno
strumento
finanziario, quindi per ogni strumento selezionato potrà valere un diverso margine di
mantenimento
(che potrete controllare nella sezione “dettagli”).
Il margine di mantenimento è sempre monitorato in tempo reale e una volta che tale margine
richiesto
supera una determinata percentuale, sarà inviato un avviso (es. un’email o un sms) ovvero una
margin
call.
Abbiamo appena visto che nel caso il margine di mantenimento superasse una determinata
percentuale
dell’equity, il broker invierebbe un’email o un avviso.
Questa si chiamerà Call del Margine (o Margin Call). Questa servirà per chiedere di ripristinare
il
livello dell’equity oppure per avvisare di una liquidazione al fine di equilibrare la
situazione.
Esempio di Margin Call
Ora vediamo insieme un esempio di come possa essere messa in pratica un’opzione call del
margine.
Questa nel 2021 riprende quanto visto già nel 2020 in base alle normative ESMA, che lo fanno
scattare più facilmente al fine di proteggere maggiormente il trader.
Prendiamo il caso in cui sia stata effettuata la registrazione e si siano depositati 500 euro.
Saldo disponibile: 500€
Equity: 500€ (saldo + conto economico delle posizioni aperte)
Margine di mantenimento: 0€
P/L: 0€
Supponiamo che alle ore 16:30 apriamo una posizione di acquisto su azioni Amazon (CFD), quotate
2000€.
Il capitale nominale quindi è di 2.000€. Essendo la leva di 1/5 il margine richiesto sarà di
400€
(pari a 2.000€/20).
Il margine richiesto si comporrà in questo modo:
50% margine iniziale: 200€
50% margine di mantenimento 200€
Teniamo ben presente il valore del margine di mantenimento (che in questo caso è di 200€) poiché
se
l’equity arrivasse troppo vicina ai 200€, verrebbe attivata la margin call (o chiamata a
margine).
In tal caso, in caso di mancata risposta e di prosecuzione della condizione di perdita, il
broker
liquiderà le posizioni aperte.
Ecco la condizione di partenza subito dopo l’acquisto:
Saldo disponibile: 100€ – spread (dedotto all’apertura della posizione)
Equity: 500€ -spread = (saldo disponibile + margini – spread)
Margine di mantenimento: 200€
P/L: 0 – spread (la posizione al primissimo momento senza utili né perdite, ma con la deduzione
dello spread)
17.15 – supponiamo che le azioni Amazon scendano a 1.950€
Saldo disponibile: €50 – spread. Questo lo calcoliamo così: (capitale iniziale di 500€) – (200€
di
margine di mantenimento) – (200€ di margine iniziale – 50€ ovvero il 2,5% di perdita su 2000€ –
spread). Quindi, 50€ – spread.
Equity: (450€ – spread). Come lo calcoliamo: Saldo disponibile €50 + margine di mantenimento
200€ +
margine iniziale €200 – spread.
Margine di mantenimento: 200€
P/L : – €50 – spread
Come puoi vedere, l’equity ti dice quanto possiedi considerando profitti/perdite e margini.
Ora, supponiamo che il prezzo continui a scendere. Se l’equity scende al di sotto del margine di
mantenimento, verrà eseguita una margin call.
Dopo la margin call puoi:
Lasciare la posizione aperta e vedere cosa succede (potrebbe venire chiusa dal broker se
continuasse
a scendere. Oppure, al contrario, potrebbe tornare sui suoi passi e quindi recuperare)
Aggiungere capitale
Chiudere la posizione personalmente
Tutti questi meccanismi sono più facilmente comprensibili con la pratica. Per questo,
consigliamo di
praticare gratuitamente e senza rischi con la piattaforma eToro.
Per capire quali siano i margini di un’operazione sulla piattaforma di trading, occorre
visionare la
finestra relativa ai dettagli del CFD. Talvolta, queste informazioni sono presenti solo sul sito
web
del broker e perciò in tal caso occorrerà aprire la pagina specifica che fa riferimento ai
dettagli
degli asset. Quando è presente sulla piattaforma, è molto più semplice. Qui sotto, ad esempio,
vediamo come si presentano le informazioni disponibili sulla piattaforma Plus500 (cliccando
sulla
“i” di informazioni relativamente all’asset desiderato).
Focalizziamoci sulle voci “Margine Iniziale” (che in realtà sarebbe il margine richiesto, in
questo
caso) e il margine di mantenimento. Come si può vedere, il margine di mantenimento è esattamente
la
metà del margine che viene trattenuto dal broker all’apertura della posizione.
Cosa è il margine richiesto?
E’ l’importo che occorre investire su una determinata operazione quando si fa trading con i
CFD.
Il
margine richiesto si compone del margine iniziale e del margine di mantenimento.
Cosa è il margine iniziale?
Il margine iniziale è la quota di margine sulla quale vengono calcolati i profitti e le
perdite
dell’operazione con i CFD.
Cosa è il margine di mantenimento?
E’ la quota di margine che viene bloccata da parte del broker per il mantenimento della
posizione
aperta e che viene restituita alla chiusura della posizione.
Cosa è la margin call?
La margin call o chiamata a margine è un avviso che il broker effettua per avvertire il
trader
di
una posizione in perdita che ha superato un determinato livello di guardia. Tale livello si
stabilisce in percentuale rispetto all’equity.
Gli ETF sono strumenti finanziari che riscuotono un discreto interesse grazie alle loro caratteristiche di cui parliamo in questo articolo. Per investire su ETF online si possono utilizzare piattaforme specifiche regolamentate, come ad esempio Plus500. Per aprire un conto demo senza deposito richiesto puoi accedere a questa pagina e quindi fornire i pochi dati richiesti (email).
ETF, cosa sono
Come funzionano gli ETF
ETF o ETC?
Composizione degli ETF
Guadagnare con gli ETF
Nel trading online di CFD si può investire anche sugli ETF, ovvero gli Exchange Traded Funds. Questi sono particolari tipologie di fondi d’investimento o Sicav che hanno la particolarità di comportarsi nella negoziazione come titoli azionari e perciò se vi piace giocare in Borsa con le azioni potrete avere molte soddisfazioni anche dagli ETF. I motivi sono molteplici ma possiamo sintetizzarli nei bassi costi di commissione applicati agli ETF e alla loro natura intrinseca, che si compone di diversi strumenti in uno. Gli ETF infatti sono composti da più titoli di diverse società, perciò investire in ETF è come investire in un determinato pacchetto settoriale.
Tornando a quando anticipato nell’introduzione, gli ETF si possono negoziare come se fossero
azioni
poiché replicano l’andamento di un indice di riferimento (benchmark) e quindi possono essere
acquistati e venduti come in un mercato azionario. Stessa dinamicità e velocità, soprattutto
se
si
considerano i tempi del trading online. Se il fondo di riferimento ottiene un rialzo, per
contro
lo
ottiene anche l’ETF sul quale si è investito. E viceversa, se l’indice di riferimento
subisce un
ribasso, anche l’EFT subisce un ribasso. Si tratta di uno strumento di tipo passivo. Replica
l’andamento di un benchmark.
ETF o ETC?
Molto spesso si sente parlare di ETF, ETC, ETN, ETP, ETFS ma non si fa molta chiarezza
sull’argomento. Ebbene, vediamo di sbrogliare questi dubbi:
ETF: Exchange Traded Fund: quelli di cui abbiamo appena parlato
ETC: Exchange Traded Commodity: fanno riferimento alle materie prime
ETN: Exchange Traded Note: si tratta di obbligazioni a lungo termine
ETP: Exchange Traded Products: è una categoria che comprende tutti i prodotti di tipo ET
(ETF,
ETC,
ETN, ecc.)
ETFS: Exchange Traded Funds Strutturati: sono degli ETF con un tipo di gestione diversa. I
rendimenti vengono ricercati non solo studiando l’indice benchmark ma anche con altre
strategie
(leva, money management, ecc.)
Abbiamo detto che gli ETF si compongono di diversi titoli concentrati in un solo fondo. Bene, ma cosa succede se nel fondo di riferimento qualcosa cambia? Ad esempio, se nel fondo XY ci sono azioni Pirelli, Unicredit e Mediobanca, cosa succede se i gestori del fondo decidono di cambiare una di queste società? Facile: l’ETF viene aggiornato e l’utente acquirente del fondo viene avvisato, preventivamente all’eventuale cambiamento.
Gli ETF, proprio per il fatto che presentano basse commissioni (sono lo strumento dalle più basse commissioni presente sul mercato), consentono di ottenere guadagni più cospicui in quanto i costi di gestione di assottigliano. Tuttavia, questi comprendono anche dei rischi, che possono essere di due tipologie, tra l’altro comuni ad altri strumenti. Questi rischi si dividono in rischi specifici e rischi sistematici. I rischi specifici sono legati al particolare strumento che scegliamo e quindi potremo contrastarli con eventuali cambiamenti/accorgimenti. Per quanto riguarda i rischi sistematici, questi dipendono dal mercato (es. trend, dichiarazioni di market mover, tassi d’interesse, ecc.).
Il Take Profit nei CFD è una funzione molto utile e vantaggiosa che consente di impostare un
livello
di profitto, raggiunto il quale la posizione viene chiusa automaticamente dalla piattaforma
di
trading. E’ quindi un ordine utile per catturare i profitti una volta raggiunto l’obiettivo.
Nella scorsa lezione abbiamo parlato dello Stop Loss, che ci consente di bloccare
automaticamente le
perdite. Ebbene, il take profit funziona allo stesso modo, ma per “fare cassa”.
E’ bene evidenziare che per applicare stop loss e take profit ai CFD è necessario negoziare
su
una
piattaforma che presenti queste funzioni (accedi tramite questa pagina ufficiale) ovvero la
piattaforma che utilizziamo per gli esempi inclusi in questa lezione, eToro.
Come funziona il Take Profit dei CFD
Presa di profitto per le operazioni al ribasso
Trading automatico, da computer e smartphone
Cosa succede se il prezzo non raggiunge la quota impostata
Esempio pratico su come impostare il Take Profit
Take Profit CFD FAQ
Supponiamo di prevedere un rialzo di prezzo per le azioni Amazon. Ovvero, prevediamo che la
azioni
Amazon nei prossimi giorni saliranno.
Ebbene, per trarre profitto da questa previsione dobbiamo aprire una posizione di tipo
“Acquista”
relativa alle azioni Amazon.
Inoltre, supponiamo di avere un obiettivo: guadagnare 100 euro.
Ebbene, questo obiettivo possiamo applicarlo alla piattaforma di trading con la funzione
Take
Profit. Infatti, se imposteremo il Take Profit a 100 euro, la posizione verrà chiusa
automaticamente
una volta raggiunta quella quota di profitto.
Ovviamente, va da sé che la posizione non verrà chiusa fin quando tale quota non verrà
raggiunta.
Inoltre, va sempre considerata l’ipotesi di perdita, in caso di previsione sbagliata.
Presa di profitto per le operazioni al ribasso
Nell’ipotesi precedente abbiamo parlato di una previsioni al rialzo, tuttavia è bene
sottolineare
che il take profit si può applicare anche alle operazioni al ribasso, ovvero per le
operazioni
“Vendi”.
I CFD infatti consentono di negoziare sia al rialzo che al ribasso, perciò cercare profitti
sia
se
il prezzo sale, sia se il prezzo scende.
L’unica differenza tra la presa di profitto per le posizioni al rialzo e quelle per le
operazioni al
ribasso, è che per le posizioni al ribasso il take profit va posizionato sotto il prezzo
corrente.
Infatti, il trader guadagna se il prezzo scende, perciò il take profit deve essere piazzato
sotto il
prezzo in cui si apre la posizione.
Il trading può diventare una attività stressante. A seguire tutte le operazioni ci si stanca
e
inoltre non è detto che si abbia il tempo per farlo.
La funzione Take Profit, così come lo Stop Loss e gli altri tipi di Stop, consente di
effettuare
delle operazioni di trading automatico senza la necessità di dover essere presenti.
Nel caso si verifichi la condizione posta nel paragrafo precedente, ovvero che si raggiunga
un
determinato livello di profitto, la piattaforma chiuderà l’operazione e nel proprio conto di
avrebbero 100€ in più.
Cosa succede se il prezzo non raggiunge la quota impostata
Se un prezzo non raggiunge un determinato livello impostato con il Take Profit, questo non
potrà
entrare in azione. La posizione quindi resterebbe aperta.
Ad esempio, se si lascia una posizione aperta con una presa di profitto a 100€, anche nel
caso
di rialzo con un guadagno di 99,99€ per l’operazione in corso, non si avrebbe l’entrata in
funzione
del Take Profit. Questo è molto preciso ed entra in funzione soltanto nel caso in cui si
raggiunga
la quota stabilità. Quindi, se una posizione dovesse raggiungere 99,99 e tornare verso quota
20
o -20, o -99, non ce
l’avreste fatta per un solo centesimo.
Per tale motivo, vi consigliamo di scegliere bene i valori da impostare.
Inoltre, vi consigliamo di impostare sempre anche lo Stop Loss.
Esempio pratico su come impostare il Take Profit
Per il nostro esempio di impostazione del take profit CFD utilizzeremo la piattaforma eToro,
che
tra
le sue tante funzionalità facili da applicare, presenta anche la presa di profitto.
Per prima cosa, selezioniamo un asset dalla lista. Nella lista preferiti potrete mettere
tutti i
titoli e gli asset che preferite. Potremo selezionare ad esempio le azioni Amazon (CFD su
azioni
Amazon).
La procedura per impostare il take profit CFD da seguire sarà questa:
1.Imposta l’importo dell’operazione (di default ci sono spesso quote piuttosto alte ma che
puoi
modificare in base alle tue preferenze)
2. Clicca su Acquista o Vendi a seconda della tua previsione (rialzista o ribassista)
3. Spunta la casella Take Profit del CFD e quindi imposta un prezzo desiderato per lo stop
loss,
corrispondente all’ammontare di profitto desiderato
Infine, per aprire effettivamente la posizione basterà cliccare su “Apri Posizione”. In
questo
caso
(guarda in basso nello screenshot) dato che il mercato americano era ancora chiuso per via
dell’orario, appare “imposta ordine” anziché “Apri Posizione”. L’ordine in tal caso viene
aperto
al
momento della riapertura del mercato.
Oltre al take profit coi CFD è sempre consigliabile impostare sempre lo Stop loss, con la
stessa
procedura qui descritta per la presa di profitto.
Passa alla lezione successiva: Stop Operativo, a cosa serve, come funziona.
Cosa è il Take Profit dei CFD?
Il Take Profit è un ordine di trading che consente di ordinare alla piattaforma di chiudere
una
posizione nel momento in cui raggiunge un determinato livello di profitto.
Dove si imposta il Take Profit?
Per impostare il Take Profit occorre aprire la finestra dell’ordine di acquisto o vendita
dell’asset
desiderato.
Come si imposta il Take Profit?
Per impostare il Take Profit occorre inserire il prezzo desiderato alla voce relativa nella
finestra
dell’ordine. Per le posizioni d’acquisto va impostato sopra il prezzo corrente. Per le
posizioni
di
vendita va impostato sotto il prezzo corrente.
Quando si attiva il Take Profit?
Il Take Profit si attiva nel momento in cui il livello di prezzo impostato viene raggiunto.
Lo Stop Operativo dei CFD, detto anche “Trailing Stop”, è una funzione che ottimizza
automaticamente
il livello dello stop loss, aggiornandolo nel caso in cui il prezzo dovesse muoversi
favorevolmente
alla propria previsione.
Prima di proseguire, facciamo presente che lo Stop Operativo non è disponibile su tutte le
piattaforme. Una piattaforma sulla quale è possibile trovarlo è quella di Plus500, alla
quale si
può
accedere da qui.
Proseguiamo quindi con la lezione, illustrando i dettagli relativi allo stop operativo.
A cosa serve lo Stop Operativo per CFD
Esempio pratico con il Trailing Stop
Come applicare lo Stop Operativo sulla piattaforma
Stop Operativo CFD FAQ
Per comprendere meglio come funziona lo Stop Operativo dei CFD, è necessario capire a cosa
serve.
Supponiamo di aprire una posizione di trading e di impostare uno stop loss che chiuda
automaticamente la posizione nel caso in cui le perdite tocchino un determinato livello.
Nel caso in cui il mercato si muovesse a nostro favore, non sarebbe ottimo se il livello
dello
Stop
Loss si muovesse in direzione dello stesso, aggiornando l’asticella della quota impostata
per il
massimale di perdita?
Ed è per questo che è stato progettato lo Stop Operativo.
Esempio pratico con il Trailing Stop
Lo Stop Operativo dei CFD è più facilmente comprensibile tramite un esempio.
Supponiamo che il prezzo di un asset sia pari a 100 e che desiderassimo aprire una posizione
di
trading di tipo Long, ovvero “Acquista”. Impostiamo lo Stop Loss a 90, in modo tale che se
il
prezzo
scendesse e arrivasse a 90, la posizione si chiuderebbe automaticamente.
Ma se il prezzo salisse, come potremmo sfruttare meglio la nostra operazione? Facile: usando
lo
Stop
Operativo.
Con lo Stop Operativo, si può fare in modo che lo Stop Loss si alzi nel caso in cui la
posizione
di
acquisto ottenesse dei profitti. In pratica, tornando all’esempio, si potrebbe impostare lo
stop
operativo in modo tale che se il prezzo arrivasse a 110, anche lo Stop passerebbe da 90 a
100.
Nel caso in cui il prezzo arrivasse a 150, lo Stop arriverebbe a 140. Ciò vuol dire che lo
Stop
si
sarà adeguato ma che potrebbe chiudere la posizione anche in profitto e non solo in perdita.
Tutto ciò vale anche per le posizioni Short, ovvero “vendi”, in cui si opera in ragione
della
previsione al ribasso dell’asset.
Va detto innanzitutto che non tutte le piattaforme di trading offrono la possibilità di
applicare un
trailing stop. Questa una funzione presente sulle migliori piattaforme di trading, tra le
quali
evidenziamo la piattaforma eToro.
Dopo aver selezionato un asset e cliccato sul tipo di posizione da aprire, appare una
finestra
in
cui impostare i dettagli dell’ordine. Oltre a Stop Loss e Stop Limit, vi sono delle
funzionalità
avanzate, tra cui per l’appunto lo Stop Operativo.
Per il nostro esempio, clicchiamo “Acquista” relativamente all’asset EURUSD (con i CFD che
replicano
le performance dell’EURUSD).
Abbiamo impostato 20 azioni, per un margine richiesto pari a 196,36 euro (quanto verrà
scalato
dal
capitale disponibile per aprire la posizione). Più sotto, cliccando su “Avanzate”, abbiamo
fatto
apparire lo Stop Operativo, espresso in Pip. 133 Pip, in questo caso, sono pari a 28,26 euro
di
perdita. Per facilità, lasciate stare i Pip basatevi sulla quota già espressa in euro.
Ciò vuol dire che lo stop, impostato a 133, chiuderà la posizione quando la perdita arriverà
a
quota
28,26€.
Nel caso in cui il mercato si muovesse al rialzo, anche lo Stop Operativo CFD si
adeguerebbe,
salendo e mantenendo sempre lo stesso livello differenza tra il tasso corrente e il livello
di
perdita massimo rispetto allo stesso.
Quindi, in definitiva, lo Stop Operativo è uno stop che varia in base al tasso corrente e
che si
adegua ad esso, nel caso in cui il mercato si muova verso la direzione favorevole.
Passa alla lezione successiva: Il preordine nel trading CFD.
Cosa è lo Stop Operativo?
E’ uno stop che si aggiorna automaticamente, ottimizzando lo stop loss applicato ad una
posizione
che continua a guadagnare.
Dove si imposta lo Stop Operativo?
Nella finestra dell’ordine. Non tutte le piattaforme presentano tale funzione.
Come si imposta lo Stop Operativo?
Nella casella apposita all’interno della finestra dell’ordine, specificando i pips.
Che differenza c’è tra lo Stop Loss e lo Stop Operativo?
Lo Stop Operativo si aggiorna automaticamente, mentre lo Stop Loss è fisso.
Il preordine è un ordine di trading con cui si chiede alla piattaforma di aprire una
posizione
solo
nel momento in cui venga raggiunto un determinato prezzo. Si tratta di una funzione molto
utile
sia
in attesa della riapertura del mercato, sia per accodarsi ad un eventuale trend.
In questa lezione faremo un esempio di preordine, utilizzando la piattaforma eToro che
provare
in
modalità demo gratuitamente, senza alcun deposito richiesto. Per iniziare, potete partire da
questa
pagina ufficiale e procedere con le semplici istruzioni fornite.
Esempio di trading con preordine
Avvio della posizione con il preordine attivato
Vantaggi del preordine
La funzione del preordine su molte piattaforme di trading online si può trovare anche sotto
la
dicitura “Solo quando il tasso raggiunge”, oppure “Acquista/Vendi solo quando il tasso è”.
In
altre
piattaforme, come vedremo tra poco, occorre cambiare l’operazione da “investi” a “ordina”.
Si tratta sempre della stessa funzione, perciò descrizione a parte la sostanza non cambia.
Per spiegare bene come funziona il preordine, andiamo a fare un esempio pratico utilizzando
la
piattaforma eToro.
Innanzitutto, entriamo nella finestra dell’ordine così come visto nelle lezioni precedenti
del
corso
CFD.
Come si può vedere, in alto appare il pulsante “investi”. Cliccandoci sopra, possiamo
cambiarlo
in
“Ordine”.
Una volta attivata la funzione, occorre effettuare l’ordine di apertura di posizione.
Infatti,
non
si può parlare di “apertura della posizione”, poiché essendo il prezzo ancora distante dalla
quota
impostata, non si apre effettivamente (ma si aprirà una volta e se raggiunto il prezzo
impostato).
Vantaggi del preordine
Il preordine nel trading CFD presenta diversi vantaggi. Il primo è sicuramente la
possibilità di
poter aspettare la conferma di un determinato trend oppure di un’inversione di tendenza.
Ad esempio, se il mercato è in fase laterale e si desidera attendere che registri delle
importanti
variazioni prima di negoziare, si può impostare il pre-ordine in modo tale da aprire la
posizione
solo nel momento in cui una variazione significativa è in atto. Questa strategia risulta
molto
semplice da utilizzare anche per i principianti che non conoscono il funzionamento di alcuni
indicatori tecnici.
Un altro vantaggio è dato dalla possibilità di effettuare un ordine nei momenti di chiusura
del
mercato. In questo modo, ad esempio, se si effettua una previsione di venerdì sera, sabato o
domenica, si può aprire un preordine al fine di aprire una posizione automaticamente lunedì.
Ovviamente, sempre che il prezzo tocchi la soglia impostata nel preordine.
I costi del trading con i CFD sono costituiti dallo spread e dalle commissioni di overnight.
In
questo articolo vedremo meglio cosa sono e come funzionano.
Tra i broker che applicano le condizioni di trading più convenienti vi è sicuramente quello
che
che
utilizziamo noi per gli esempi pratici del nostro corso CFD.
Lo spread
Tipologie di spread
Commissioni overnight
Broker CFD e Forex senza commissioni
A proposito di costi: lo slippage dei Broker
Nel trading CFD non si può parlare tecnicamente di “commissioni”, bensì di spread. Lo spread
è
un
costo che viene applicato dal broker al momento dell’apertura di una posizione.
In pratica, ogni volta che si apre una posizione di trading, il broker trattiene una piccola
percentuale dell’investimento, come proprio compenso. Ed è proprio per questo che quando si
apre
una
posizione il conto profitti/perdite della stessa appare subito in perdita.
Tipologie di spread
Lo spread può essere di due tipi:
Fisso
Variabile
Lo spread fisso, come dice la parola stessa, non cambia. Ciò significa che a prescindere
delle
condizioni di mercato, lo spread resta invariato. Questo può essere ottimale nei momenti in
cui
c’è
alta volatilità e quindi risulta più conveniente rispetto ad un tasso variabile.
Lo spread variabile, invece, varia a seconda della volatilità del mercato. Nei momenti di
maggiore
volatilità lo spread sarà più largo (quindi meno conveniente). Nei momenti di minore
volatilità
invece sarà più stretto (quindi più conveniente).
Commissioni overnight
Un altro costo del trading CFD, sebbene sia molto più contenuto, è quello delle commissioni
di
overnight. Si tratta di costi irrisori, che tuttavia possono avere qualche impatto nel lungo
termine, se si tiene aperta una o più posizioni per molto tempo.
Infatti, la commissione di overnight viene applicata per il passaggio al giorno di
contrattazione
successivo. Ciò significa che ad esempio se si fa trading di martedì e si lascia aperta la
posizione
alla fine della giornata di contrattazione, il passaggio al mercoledì sarà soggetto al costo
di
commissione di overnight.
Per lo stesso motivo, durante il weekend vanno contati 3 scatti (passaggio al sabato, alla
domenica,
al lunedì). Si tratta, lo ripetiamo di costi molto bassi che possono avere un impatto solo
sul
medio
o lungo termine. Il trading CFD, anche per questo, è ritenuto ottimale per il breve e
brevissimo
termine.
Alla luce di quanto detto fino ad ora, quando si sente parlare di broker senza commissioni,
ciò
è
tecnicamente vero. È vero infatti se si parla di broker che non applicano commissioni
sull’acquisto
di azioni (come il broker eToro), oppure se si parla del trading di CFD con chiusura in
giornata
(non ci sarebbe, in questo caso, la commissione di overnight).
Ad ogni modo, in termini di costi del trading CFD occorre tenere presente lo spread e il
livello
di
spread applicato ai singoli asset. Infatti, questo può variare di molto a seconda della
categoria di
asset sul quale si desidera negoziare.
Nel trading Forex gli spread sono molto bassi. Nel trading su criptovalute molto alti.
Non occorre sottolineare che per trovare gli spread più convenienti occorre rivolgersi ai
migliori
broker del Forex.
A proposito di costi: lo slippage dei Broker
A proposito dei costi dei broker del Forex occorre parlare anche di un aspetto molto tecnico
chiamato “slippage” o “requote”. Si tratta di uno slittamento sul prezzo operato dal broker
quando
si presentano situazioni di mancanza di liquidità nei mercati oppure in condizioni di
mercato
molto
volatile.
Lo slippage o requote si presenta quando l’operazione è eseguita con un prezzo differente da
quello
offerto dal cliente, andandosi a pagare così più pip in confronto allo spread medio. Quando
si
fa
trading di brevissimo termine e con un occhio sempre attento e veloce sulle news
finanziarie, è
un
costo che può essere fastidioso da sostenere.
Per affrontare meglio questo problema, è ottimale chiedere informazioni al servizio di
assistenza
del broker per capire bene come gestisce i tempi delle notizie di mercato e nel caso, se
offre
consigli per proteggere i propri trader dallo slippage.
Per questo, si può decidere di decidere di effettuare operazioni con uno spread fisso. Così
come
evidenziato prima, questo può essere più alto ma vi è un’esecuzione immediata degli ordini e
al
prezzo che si desidera.
Insomma, lo spread fisso è decisamente più comodo.
Quando vi è un sistema dinamico di spread, invece, i prezzi possono variare a seconda della
liquidità di alcune coppie valutarie.
Ottimale è quando si trova un broker che consente di scegliere tra spread fisso e variabile,
ma
come
avete già intuito, si tratta di una scelta per esperti.
Lo spread nel trading CFD rappresenta la differenza tra prezzo “Compra” e “Vendi”, in
termini
tecnici “Bid” e “Ask”. Allo stesso tempo, lo spread misura il compenso dei broker CFD, che
viene
applicato all’apertura di una posizione.
In questa lezione del corso CFD trovate una guida allo spread, semplice ma dettagliata, che
vi
consentirà di comprendere meglio l’argomento. Per prendere più velocemente più familiarità
con i
concetti, consigliamo di praticare con il broker da noi utilizzato, che consente di
utilizzare
gratuitamente un conto demo senza deposito.
Cosa è lo spread nel trading CFD?
Spread alto, spread basso: cosa cambia?
Quando, dove e perché cambia lo spread
I broker con i migliori spread
Come si vede, dove si legge, lo spread di un CFD?
Spread fisso e spread dinamico
Spread CFD FAQ
Lo per spread è differenza tra il prezzo bid e il prezzo ask di un determinato CFD. Questo
può
essere molto stretto (ad esempio per la coppia EUR/USD) oppure molto largo (ad esempio per
le
criptovalute).
Andiamo a vedere quindi maggiormente in dettaglio questi termini:
CFD: è lo strumento principale con cui si fa trading online. Quando si negozia su un CFD, si
negozia
sul valore di un altro asset che può essere rappresentato da un titolo azionario, un cambio
di
valute, una criptovaluta, una materia prima, un indice di borsa ecc. I CFD consentono di
negoziare
al rialzo e al ribasso, aprendo rispettivamente posizioni di acquisto (long) o di vendita
(short).
Prezzo Bid: è il prezzo che fa riferimento alla posizione di vendita (short). Quindi è il
prezzo
dei
CFD con cui si può aprire una posizione ribassista.
Prezzo Ask: è il prezzo che fa riferimento alla posizione di acquisto (long). Quindi è il
prezzo
dei
CFD con cui si può aprire una posizione rialzista.
Spread alto, spread basso: cosa cambia?
Nell’introduzione abbiamo evidenziato che lo spread rappresenta anche il compenso del
broker.
Infatti, mentre i broker tradizionali o le banche d’investimento applicano le commissioni, i
broker
del trading online di CFD applicano lo spread. Si tratta quindi di un costo che il trader
deve
mettere in conto.
Quando più basso (stretto) è lo spread, più è “conveniente” negoziare su un determinato CFD.
Infatti, maggiore è lo spread, maggiore è la percentuale che il broker trattiene
sull’operazione
alla sua apertura.
Tutto ciò ricorda le quote sportive. Più alta è una quota, più si vince se la si indovina.
Per
lo
spread vale nel senso opposto. Minore è lo spread, minore è ciò che il broker trattiene per
il
suo
servizio.
Quando, dove e perché cambia lo spread
Lo spread varia a seconda della categoria degli strumenti finanziari. Generalmente, ad
esempio,
su
un broker troverete le materie prime con un determinato spread, le azioni con un altro, il
Forex
con
un altro ecc.
Altrettamento generalmente, lo spread varia a seconda della volatilità. Ciò vale sia in
generale, a
seconda della tipologia di strumento, sia nello specifico, a seconda del momento. Ad
esempio, in
un
momento di particolare volatilità di un determinato asset, il broker può decidere di alzare
il
suo
spread. Questo perché, dato che il profitto di un trader proviene dalle variazioni di
prezzo,
maggiori e più forti sono tali variazioni, più grandi possono essere i suoi profitti (anche
se
in
realtà, lo diventano anche le perdite).
Per quanto riguarda le varie categorie, gli spread più bassi vengono generalmente applicati
al
Forex
e in particolare al cambio Euro Dollaro. Anche se, ovviamente, questa rappresenta una prassi
ma
non
una regola.
In generale, quindi, più basso è uno spread, più è conveniente. Ciò vuol dire che un broker
che
presenti degli spread mediamente bassi rispetto al mercato, rappresenta un fattore positivo.
Tuttavia, la “media” non deve interessarvi più di tanto. Se ad esempio siete soliti
negoziare
soprattutto sui soliti 3-4-5 strumenti, valutate lo spread offerto per gli stessi sui vari
broker,
tralasciando tutto il resto.
Ad esempio, se siete soliti negoziare su Oro, Petrolio, Euro Dollaro, FTSE MIB, azioni
Ferrari,
è
inutile che guardiate quale spread venga offerto sugli ETF o sul titolo Apple, piuttosto che
sul
Bitcoin. Fate un confronto, piuttosto, sui CFD che effettivamente negoziereste.
Tra i migliori broker per lo spread vi sono Plus500 e eToro.
Anche perché, nel caso si rivelasse particolarmente conveniente la negoziazione su un
determinato
asset per via di un trend ben deciso, potreste fare due cose: utilizzare un altro broker
oppure
lo
stesso broker (sempre che disponga di tale titolo). In caso di variazioni particolarmente
forti,
lo
spread verrà alzato da entrambi. Ad ogni modo, ricordatevi sempre che sarete sempre in grado
di
verificare lo spread offerto.
Dove si trovano, sulla piattaforma, le informazioni riguardanti lo spread? Questo è un
dettaglio
non
poco importante, poiché è fondamentale che un broker fornisca queste informazioni in modo
semplice,
chiaro e trasparente. Anche per questo, consigliamo di fare trading online solo con i
migliori
broker regolamentati e autorizzati.
Ciascun broker riporta le percentuali di spread nei dettagli dei singoli CFD. Quindi, se ad
esempio
decideste di negoziare su titoli Amazon, potreste aprire la pagina dedicata al titolo Amazon
sul
sito ufficiale del broker, oppure consultare tale quota sulla stessa piattaforma di trading.
Infatti, ogni piattaforma che si rispetti riporta i dettagli di ogni singolo CFD su finestre
facilmente raggiungibili.
Facciamo anche notare che e il valore dello spread si può altresì dedurre manualmente dalla
differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita, che fanno entrambi riferimento
(al
netto dello spread) al prezzo di mercato. Ad ogni modo, è sempre più semplice confrontare le
percentuali riportate nelle pagine dei dettagli.
Spread fisso e spread dinamico
Come hai potuto notare, lo spread si può presentare in due diversi modi: fisso o dinamico.
Lo spread fisso non varia, perciò il broker fissa una percentuale e quella resta, a
prescindere
dalla volatilità e da altri fattori che possono influenzare il prezzo dell’asset durante
l’arco
di
una giornata di contrattazione.
Lo spread dinamico (o variabile) invece è uno spread che varia a seconda del momento e
soprattutto
in base alla volatilità dell’asset in un determinato momento. Alcuni broker presentano uno
spread
che varia addirittura ogni secondo o quasi (come nel caso di Capital.com), ma la maggior
parte
dei
broker di CFD che offrono uno spread dinamico per alcuni asset, fanno sì che questo possa
variare ma
non troppo velocemente.
I grafici CFD consentono di visualizzare in tempo reale la quotazione dei CFD. Si tratta di prezzi che riguardano i Contratti per Differenza offerti dal broker e non dei prezzi dell’asset sottostante. La differenza tra i prezzi e quindi tra i grafici è data dallo spread del CFD. Infatti, ogni piattaforma di negoziazione che ci consente di effettuare ordini di acquisto o vendita, ci consente anche di visualizzare dei grafici CFD in tempo reale con i quali possiamo visualizzare le quotazioni del titolo desiderato, sia relativi al momento in cui visualizziamo il grafico, sia relativi ai periodi precedenti. Qui va fatta una precisazione importante poiché quando si parla di CFD, quindi strumenti offerti dai broker, il valore espresso dai grafici in tempo reale è relativo al valore dei CFD, che segue il valore degli strumenti sottostanti ma con una variazione minima. Per le immagini che usiamo in questa lezione utilizzeremo la piattaforma di trading di eToro, accessibile anche in modalità demo con un’iscrizione gratuita.
Grafico in tempo reale nel trading CFD
Grafici CFD su MetaTrader 4
Grafici CFD FAQ
Ogni piattaforma di trading ha una sezione dedicata al grafico in tempo reale. Ad esempio
quello
qui
sotto è il grafico all’interno della piattaforma eToro, che appare nel riquadro centrale, lo
stesso
dove inizialmente appare la finestra dell’ordine.
Le performance del passato non sono indicative di quelle future.
Come si può vedere, è un normale grafico a candele giapponesi, così come quelli dei prezzi
di
mercato.
Questo si può allargare a schermo intero, cliccando sulle quattro piccole frecce in alto a
destra.
Si tenga conto che generalmente tutti i grafici CFD delle piattaforme di trading possono
essere
allargati. Questo consente di visualizzarli meglio.
L’allargamento del grafico è importante poiché oltre ad offrire una migliore visibilità
complessiva
e nel dettaglio del grafico e dei prezzi, consente un migliore utilizzo degli indicatori
tecnici.
Infatti, una cosa è interpretare i grafici con l’ausilio di indicatori tecnici con una
visualizzazione in piccolo, una cosa è invece farlo con una visualizzazione allargata.
Le performance del passato non sono indicative di quelle future.
Alla piattaforma di trading eToro, molto semplice da utilizzare anche per chi non ha
esperienza,
vi
è un’alternativa che tuttavia è utilizzata soprattutto dai trader esperti.
Per accedere a MetaTrader 4 ci si può iscrivere gratuitamente a Trade.com. Infatti questo
broker
consente di utilizzare entrambe le piattaforme: il suo webtrader (visto nel paragrafo
precedente) e
MT4.
Scontato dire che tutti possano imparare, ma di sicuro la piattaforma MetaTrader 4 richiede
più
pratica e più studio per poter essere sfruttata appieno e utilizzata correttamente.
Per questo motivo, sul nostro sito è disponibile un corso su MetaTrader4, consultabile
gratuitamente
online.
Qui di seguito potete visualizzare la schermata iniziale di MetaTrader 4.
E’ subito evidente che si tratta di una piattaforma un po’ più complicata di eToro.
Ovviamente è sempre meglio partire con una demo gratuita, soprattutto per chi non ha
esperienza,
al
fine di prendere confidenza con lo strumento e con i grafici dei CFD.
Per chi non ha ancora maturato una base di esperienza di trading, consigliamo la piattaforma
eToro.
Per chi ha esperienza consigliamo entrambe.
Ad ogni modo, è comunque possibile utilizzarle entrambe, ad esempio utilizzando Metatrader4
per
le
analisi e eToro per piazzare gli ordini.
Ciascuno ha il proprio stile di trading perciò a decidere sarete comunque sempre voi.
Vai alla prossima lezione – Analisi nel trading CFD
Cosa sono i grafici CFD?
Sono grafici delle quotazioni dei CFD, ovvero dei Contratti per Differenza.
In cosa differiscono i grafici CFD dai grafici dei prezzi di mercato?
I grafici CFD replicano passivamente l’andamento del prezzo dell’asset sottostante. La
differenza
tra i grafici CFD e i grafici del prezzo del sottostante è data dallo spread.
Come possono essere utili i grafici CFD?
Sui grafici CFD si possono applicare indicatori in modo semplice per ottenere effettuare
delle
analisi tecniche.
In che modo posso applicare indicatori tecnici sui grafici CFD?
Per applicare gli indicatori tecnici sui grafici CFD basta cercare la funzione tra gli
strumenti
della piattaforma di trading.
L’analisi nel trading online è l’insieme di studi che si svolgono con lo scopo di prevedere
i
prezzi
futuri. Questa generalmente si divide in analisi tecnica e analisi fondamentale:
Analisi Tecnica: è lo studio dei grafici dei prezzi attuabile attraverso l’utilizzo degli
indicatori
tecnici
Analisi Fondamentale: è lo studio del contesto, ovvero delle notizie e dei dati che
influiscono
o
che potrebbero influire sul prezzo.
Per svolgere al meglio tali operazioni, è ottimale operare con una piattaforma di trading
che
consenta di accedere a tutti questi dati. Ce ne sono diverse per diversi livelli di
esperienza.
eToro (accedi qui gratuitamente), ad esempio, è più semplice da usare e adatta anche a chi
inizia.
MetaTrader 4, invece, è più complessa e perciò più adatta a chi ha già esperienza.
Analisi Tecnica o Fondamentale?
Analisi nel trading online professionale
Come fare l’analisi con la piattaforma di trading
Analisi Fondamentale sulla piattaforma di trading
Analisi tecnica sulla piattaforma di trading
Analisi trading FAQ
La distinzione dei due approcci non deve trarre in inganno, poiché per il trading online e
per
gli
investimenti in generale, entrambi gli approcci sono definibili come necessari.
L’analisi tecnica infatti consente di studiare i movimenti del prezzo da un punto di vista
matematico e statistico, offrendoci la possibilità di ottenere alte probabilità di cogliere
il
momento propizio per iniziare un trade semplicemente leggendo un grafico e studiando gli
indicatori.
L’analisi fondamentale, invece ci consente di contestualizzare i movimenti dei prezzi in
condizioni
di mercato che possono essere influenzate da diversi fattori, di cui non si può tenere in
considerazione e per cui occorre essere sempre aggiornati sugli avvenimenti delle società su
cui
si
negozia oppure sulla situazione generale dell’economia di un paese, della comunità, oltre
che di
quella internazionale.
Quindi, considerato ciò, non si può definire un approccio come migliore di un altro, né
scegliere un
approccio anziché l’altro. L’analisi tecnica e fondamentale vanno “a braccetto”, sono
complementari
e si integrano perfettamente.
Il contesto economico, finanziario, politico, e persino storico/sociale, è la grande
parentesi
entro
cui si muove il mercato e quindi anche l’analisi tecnica.
Per fare trading online in modo professionale, che non sia soltanto da una botta e via,
occorre
quindi tenere sempre presente le due dimensioni in cui ci si muove. Ad esempio, se vogliamo
negoziare sulle azioni Amazon, dobbiamo necessariamente operare come segue:
Sul piano dell’analisi fondamentale: su questo piano dovremo monitorare ad esempio il
mercato
dell’auto che interessa a Amazon, la fiducia dei consumatori, la concorrenza, i piani
dell’azienda,
eventuali situazioni esterne che possono influenzare il titolo o tutti i titoli dell’indice.
Sul piano tecnico: su questo piano dovremo monitorare il grafico del prezzo delle azioni
Amazon
al
fine di individuare i momenti di potenziale creazione di un trend oppure di una inversione
di
prezzo. La creazione di un trend ci indica che il prezzo seguirà una determinata strada,
mentre
l’inversione è il momento in cui il prezzo inverte la sua rotta, situazione che spesso
accade in
situazioni di ipercomprato o ipervenduto. Questi concetti li riprenderemo più volte nel
proseguimento del nostro corso. Ai trend ci arriveremo tra poco con la lezione sui doppi
massimi
e
minimi.
Finora abbiamo chiarito cosa sono l’analisi tecnica e fondamentale e a cosa servono. Ma come
si
attua, nella pratica, l’analisi nel trading?
Come abbiamo anticipato nell’introduzione, queste si possono attuare direttamente sulla
piattaforma
di trading, come ad esempio sulla piattaforma di eToro.
Analisi Fondamentale sulla piattaforma di trading
Proprio su questa piattaforma, che useremo per il nostro esempio, infatti si può accedere al
calendario economico (vedi figura qui sotto).
Come si può vedere, nel calendario economico ci sono dei dati importantissimi per il trading
sul
Forex. Questi infatti sono i dati macroeconomici, quelli che per intenderci includono tassi
d’interesse, PIL, disoccupazione, bilancia commerciale e tanto altro.
Per visualizzare anche i dati fondamentali che interessano le singole aziende e quindi le
azioni,
occorrono altre piattaforme come ad esempio eToro, oppure MetaTrader, di cui parlavamo in
precedenza.
Su MetaTrader, oltre al calendario economico degli indicatori macroeconomici, sono presenti
numerose
fonti per l’analisi fondamentale dei titoli azionari.
Analisi tecnica sulla piattaforma di trading
Per quanto riguarda l’analisi tecnica, su eToro si possono applicare numerosi indicatori
tecnici,
cliccando sui 3 puntini in alto a sinistra nel grafico stesso. Dalla lista che esce si
possono
selezionare numerosi indicatori tecnici applicabili con un solo clic.
Su MetaTrader invece sono disponibili indicatori sia nel software di base che praticamente
“infiniti” nella sezione “Terminale”, in basso, dalla quale si può accedere a fonti esterne
in
tutto
il mondo. Comunque, già sulla piattaforma sono disponibili numerosissimi indicatori tecnici
che
possono sicuramente bastare a chiunque faccia trading a qualsiasi livello.
Cosa è l’analisi nel trading?
Per analisi nel trading si può intendere l’analisi fondamentale e tecnica. L’analisi tecnica
prevede
i prezzi futuri in base ai grafici di prezzo. L’analisi fondamentale in base agli
avvenimenti e
dati
macro e microeconomici.
Come si fa l’analisi nel trading?
L’analisi tecnica si svolge studiando i grafici tramite indicatori. L’analisi fondamentale
si
svolge
studiando dati macroeconomici (Forex), di bilancio o settoriali (azioni).
Quali sono i principali indicatori nell’analisi tecnica?
Tra gli indicatori più importanti vi sono la media mobile, il MACD, il momentum, l’indice di
forza
relativa.
Quanto è precisa l’analisi tecnica?
L’analisi tecnica non è una scienza esatta. Le interpretazioni possono variare a seconda del
proprio
utilizzo e del momento in cui viene effettuata. Può offrire segnali giusti o meno giusti.
Per
questo
è consigliabile cercare la conferma di più segnali contemporaneamente.
In questa lezione del corso CFD parliamo di alcuni concetti basici dell’analisi tecnica:
trend,
supporto e resistenza. Sono delle nozioni necessarie per poter procedere, perciò cercate di
impararle una volta per tutte, poiché d’ora in poi alcuni concetti saranno dati per
scontati.
Per meglio apprezzare questa lezione e vedere con i propri occhi cosa s’intende per trend,
supporto
e resistenza, consigliamo di accedere qui a una piattaforma di trading sicura e
regolamentata,
facile da usare. Non è necessario depositare e potrete praticare con il conto demo per il
tutto
il
tempo che desiderate.
Trend, significato e uso
Supporto e Resistenza
Supporto che diventa Resistenza e viceversa
Per trend si intende la tendenza di un prezzo. Esso può essere rialzista (il prezzo si muove
tendenzialmente al rialzo), ribassista (il prezzo si muove tendenzialmente al ribasso),
laterale
(senza particolari tendenze al rialzo o ribasso).
Per meglio comprendere il trend entrano in gioco anche i concetti di massimo e minimo. Per
massimo
si intende un punto in cui il prezzo arriva durante un movimento al rialzo. Per minimo si
intende un
punto in cui il prezzo arriva in un movimento al ribasso.
Ebbene, considerati i punti di minimo e massimo di un prezzo in un determinato arco
temporale,
possiamo evidenziare che:
Un trend rialzista presenta massimi e minimi crescenti
Un trend ribassista presenta massimi e minimi decrescenti
Un trend laterale presenta massimi e minimi “orizzontali”
Per mettere in risalto un trend si usa unire i punti di massimo e minimo con delle linee
rette.
Supporti e resistenze sono dei livelli segnati rispettivamente da minimi e massimi in un
determinato
arco temporale. I supporti uniscono i minimi, le resistenze uniscono i massimi.
Supporto e resistenza si possono tracciare lungo un trend:
Supporto: è dato dai minimi (detti anche punti di rimbalzo). I minimi si trovano nella parte
inferiore rispetto alla linea dei prezzi. Quando l’interesse dei compratori diviene
abbastanza
forte
da superare la pressione dei venditori, dopo un ribasso i prezzi riprendono a salire. Il
punto
di
“svolta” è proprio previsto al livello del supporto.
Resistenza: è data dai massimi. I massimi si trovano nella parte superiore rispetto alla
linea
dei
prezzi. Quando l’interesse dei venditori diviene abbastanza forte da superare la pressione
dei
compratori, dopo un rialzo i prezzi sono portati a scendere. Il punto di “svolta” è proprio
previsto
al livello della resistenza.
Supporto che diventa Resistenza e viceversa
Se un prezzo continua a salire seguendo una tendenza al rialzo ben marcata, una resistenza
può
diventare il nuovo supporto.
Allo stesso modo, nel caso in cui un prezzo continua a scendere seguendo una tendenza al
ribasso
ben
marcata, un supporto può diventare la nuova resistenza.
Le candele giapponesi sono importantissime e probabilmente le avrai già viste, anche se forse non ne conoscevi il nome. Infatti, si tratta di quelle barre verdi e rosse che si vedono sui grafici dei prezzi. Si tratta di una tipologia di visualizzazione del grafico dei prezzi molto utilizzata dai trader e soprattutto dagli analisti, poiché consentono di interpretare facilmente e velocemente l’andamento di un prezzo e anche ottenere delle previsioni più accurate. In questa lezione del corso CFD scoprirai tutto ciò che concerne le candele giapponesi.
Le candele si accendono a intervalli regolari (es. ogni 5 minuti, 1 ora, 1 giorno, a seconda dell’intervallo che si sceglie). Ogni candela può essere verde o rossa: verde se tra l’accensione (apertura) alla chiusura il prezzo è salito, rossa se sceso. La differenza di prezzo tra chiusura e apertura determina la sua lunghezza. Se si presenta piatta (praticamente una linea, definita “Doji”) vuol dire che il prezzo di chiusura della candela è stato pari a quello di apertura. Le candele generalmente presentano delle ombre, che partono dai massimi e minimi raggiunti a partire dalla sua apertura. Ci torneremo tra poco.
Vantaggi delle candele giapponesi
Rappresentare graficamente l’andamento dei mercati attraverso l’utilizzo delle candele
giapponesi
comporta diversi vantaggi, anche per chi inizia a fare trading online da zero:
Una visione immediata e di insieme dell’andamento del mercato, poiché visivamente si
percepisce
subito lo sbilanciamento di mercato tra acquisti e vendite, per ogni singola sessione di
contrattazioni
La registrazione dei punti di minimo e massimo toccati per ogni timeframe, ovvero per ogni
periodo
in cui è stata attiva una candela
Una perfetta integrazione con gli indicatori tecnici
Dei modelli che aiutano nell’interpretazione tecnica dell’andamento dei prezzi
A proposito di sbilanciamento del mercato, vi consigliamo di leggere la lezione sui gap e
lap.
Dalle candlesticks è possibile leggere in modo riassuntivo le fasi di apertura, chiusura,
massimo e
minimo di un determinato titolo in un determinato periodo di tempo. Infatti, ognuna di esse
è
formata da:
Colore: Verde/Bianco per la candela rialzista, Rosso/Nero per la candela ribassista;
Corpo: parte dal prezzo di apertura e arriva al prezzo di chiusura, può essere verde/bianco
per
i
rialzi e rosso/nero per i ribassi;
Coda: mette in relazione il massimo e minimo della seduta con il corpo della candela
(vedremo
meglio
nel paragrafo successivo).
Ecco un esempio di candele giapponesi.
Come si può evincere dalla figura, le candele giapponesi sono molto semplici da leggere. Il
passo
successivo è quello di interpretare i dati e le variazioni nel dettaglio. Nel prossimo
paragrafo
quindi elencheremo le candele più comuni che possono portare a situazioni di mercato
potenzialmente
pronostiscabili.
Ogni candela giapponese può presentarsi in modi differenti, con delle piccole variazioni che consentono di derivarne vari tipi di analisi. Ciò vuol dire che anche solo una o due candele possono offrire degli importanti segnali, che possono rivelarsi fondamentali per capire se un prezzo è destinato a salire o scendere, continuare il trend oppure iniziare un’inversione.
Qui di seguito vediamo quali sono le candele più comuni e semplici da interpretare. Ricordatevi che il bianco equivale al verde e il nero equivale al rosso. Su alcune piattaforme di trading, come MetaTrader, ad esempio, si possono trovare candele bianche e nere, invece di quelle verdi e rosse.
Long White Body: lo troviamo in situazioni fortemente rialziste. Il mercato che osserviamo in presenza di questa particolare conformazione di candela, si muove praticamente in una sola direzione, verso l’alto. Nei casi in cui c’è talmente tanto rialzo che la seduta si chiude col suo massimo, non vi sono ombre e si parla di “marubozu”. Si tratta di un forte squilibrio a favore degli acquisti, che promette uno scenario potenzialmente rialzista anche per la seduta di contrattazioni successiva (ad esempio, il giorno dopo, a meno che non arrivino fattori che influenzino tale movimento, come dichiarazioni di politici, avvenimenti importanti, smentite ecc.).
Long Black Body: è la candela che si trova in una condizione perfettamente opposta a quella con gli White. Perciò abbiamo uno scenario ribassista e la probabile continuazione dello stesso trend nelle sedute seguenti, partendo da quella immediatamente successiva.
Spinning Top: queste candele si trovano in un mercato stabile, senza particolari indizi per individuare trend di mercato e squilibri tra acquisti e vendite. Per quanto riguarda le previsioni, la candela verde/bianca potrebbe portare a rialzi, la candela nera/rossa a ribassi.
Candela Long Upper Shadow: queste linee d’ombra al di sopra implicano un mercato al ribasso, ma solo ad una condizione, ovvero che devono situarsi dopo un trend rialzista abbastanza forte. In questo caso, l’ombra ci indica che sebbene gli acquirenti abbiano provato ad ottenere ulteriori rialzi, ma che gli stessi hanno dovuto cedere al ritorno dei venditori, i quali hanno “respinto” le quotazioni. Ciò facendo, si è creata una ombra superiore pronunciata. Si tratta di una candela importante poiché vicino ai massimi di questa candela si può identificare un’area di resistenza. Nel percorso di contrattazione rappresenta un segnale di ribasso per la seduta successiva.
Candela Long Lower Shadow: si ha una situazione diametralmente opposta a quella delle Upper Shadow Lines. Queste linee d’ombra al di sopra implicano un mercato al rialzo, ma solo ad una condizione, ovvero che devono situarsi dopo un trend ribassista abbastanza forte. In questo caso, l’ombra ci indica che sebbene i venditori abbiano provato ad ottenere ulteriori ribassi, ma che gli stessi hanno dovuto cedere al ritorno degli acquirenti, i quali hanno “respinto” le quotazioni. Ciò facendo, si è creata una ombra inferiore pronunciata. Si tratta di una candela importante poiché vicino ai minimi di questa candela si può identificare un’area di supporto. Nel percorso di contrattazione rappresenta un segnale di rialzo per la seduta successiva.
Doji: si tratta di una candela che si ha in una situazione di equilibrio perfetto, tra acquirenti e venditori. Tuttavia, non è assolutamente un momento di “pace interiore”, bensì di situazione pronta a cambiare, una situazione di incertezza. Il Doji infatti rappresenta un bivio. In un’ottica di previsioni, si può leggere al rialzo una violazione del massimo, al ribasso una violazione del minimo.
Le candele giapponesi sono una modalità di visualizzazione dei grafici dei prezzi,
utilizzata
per i
mercati finanziari e per i CFD.
Come si leggono le candele giapponesi?
Il colore può essere verde o rosso a seconda che vi sia stato un movimento al rialzo o al
ribasso.
Perché la lunghezza delle candele giapponesi è differente?
La lunghezza delle candele dipende dalla variazione di prezzo registrata durante
l’accensione
della
candela. La durata di accensione è uguale per tutte, in base al timeframe impostato.
Che segnali possono offrire le candele giapponesi?
La forma delle candele e la loro successione possono offrire segnali rialzisti, ribassisti e
d’inversione di tendenza.